Riletta a posteriori non potrebbe essere che il Sarrismo non sia mai esistito e che fosse solo il livore del perenne sconfitto?

Sarrismo o wishful thinking?
Ma siamo proprio sicuri che Sarri si sia fatto corrompere dai soldi e dal fascino del potere? Siamo certi che abbia rinunciato per ambizione agli ideali alti che i napoletani (anche i più illuminati) gli avevano epicamente attribuito?
E se invece Sarri fosse sempre stato questo della conferenza stampa con la Juve? Semplicemente un professionista ambizioso e con leggittime aspirazioni importanti (anche economiche) ma con qualche asperità caratteriale. Se i tifosi partenopei avessero semplicemente voluto sentire nelle parole di Sarri, quando era a Napoli, una comprensibile aspirazione di rivalsa sociale, la stessa suscitata a suoi tempi da Maradona? Se quel vittimismo post partita, a tratti un po’ puerile, fosse stato soltanto la manifestazione di una malcelata frustrazione?
Insomma, riletta a posteriori, non potrebbe essere che il Sarrismo non sia mai esistito? Capita, a volte, di confondere piccole debolezze umane per grandi ideali collettivi. Succede, di solito, quando un popolo ha urgenza di colmare un vuoto. Gli anglosassoni lo chiamano wishful thinking. Dicono sia curabile.
P.s.
Se poi in un futuro prossimo dovessimo scoprire che le cose stavano proprio in questi termini, allora Napoli non avrebbe perso molto. Al massimo ci sarebbe da emendare la Treccani.
Come disse una volta l’Avvocato a chi gli chiedeva se fosse rimasto deluso da un noto politico: per restare delusi bisogna essersi illusi.
Gianluca Calvosa ilnapolista © riproduzione riservata