Sandro Ruotolo: “Sarri è la sinistra che abbandona le periferie per i Parioli”
Il Mattino raccoglie opinioni sul passaggio di Sarri alla Juve. Per d’Esposito, Sarri è grillino. Per Quagliariello è Mimì Metallurgico

Sul Mattino di oggi Valentino Di Giacomo riporta una serie di pareri sul passaggio di Sarri alla Juventus.
Sarri non è stato solo un allenatore, scrive Di Giacomo. Quando a novembre 2015 disse che bastavano 18 uomini “a fare un colpo di Stato e prendere il potere” diventò sempre più “icona di una sinistra ancorata al secolo ‘900 e che forse non c’è più”.
Tra i vari personaggi interpellati c’è anche il giornalista Sandro Ruotolo, portavoce di ‘Sarrismo gioia e rivoluzione’, uno che, scrive il Mattino, “sul personaggio di Sarri, divertendo e divertendosi molto, ci ha costruito un immaginario”. Ecco il suo parere:
“È un po’ la metafora della sinistra che ha abbandonato le periferie: invece di andare a Tor Bella Monaca, si è trasferita ai Parioli. Ed è così che ha perso, magari alla Juve pure Sarri fa la stessa fine”.
Fabrizio d’Esposito, fondatore Napolista e firma de Il Fatto Quotidiano paragona piuttosto il Comandante a un grillino:
“Gli uomini di sinistra governano il popolo e indicano una direzione ma Sarri è un populista che invece ha cavalcato i voleri della piazza. Mi dà più l’idea di un grillino che va al potere e se ne innamora, una sorta di Di Maio”.
Gaetano Quagliariello, presidente del Napoli Club Parlamento e senatore di Idea utilizza la metafora cinematografica. Sarri, dice,
“mi ha sempre dato l’idea di un personaggio di Lina Wertmuller, un Mimì Metallurgico. Non mi sorprende la sua scelta, tra i comunisti e il mondo dell’industria torinese c’è sempre stata un’attrazione reciproca a partire da Antonio Gramsci. Mai innamorarsi delle ideologie, meglio un sano pragmatismo alla Ancelotti”.
Uno che ancora non crede sia possibile vedere Sarri in bianconero è Antonio Bassolino:
“Io sono tifoso del Napoli, da sempre. Sono estimatore di Sarri come allenatore, ma non ho mai partecipato ai gruppi di chi lo definiva comandante politico: se è di sinistra mi fa piacere, ma questo non incide sul mio giudizio su di lui come un grande allenatore. Quando è andato al Chelsea, credo controvoglia, gli ho telefonato: è stata la prima e unica volta che ci siano sentiti, gli ho detto che mi dispiaceva che andava via da Napoli. Ora fa una scelta, legittimamente. Ma quando ci incontreremo da tifoso del Napoli spero che vinciamo noi, al San Paolo e a Torino”.