Sacchi: Un cambio epocale. La Serie A si rivoluziona: dai risultatisti ai giochisti

Siamo al momento di svolta. In Serie A arrivano otto tecnici più propensi a costruire che distruggere, più ottimisti che pessimisti e più coraggiosi che paurosi

conte ancelotti

Sulla Gazzetta dello Sport Arrigo Sacchi parla di un cambio epocale in Serie A.

“Qualcosa che mai era capitato, una vera e propria rivoluzione”.

Molti club hanno affidato la guida tecnica delle squadre ad allenatori che non cercano soprattutto di sfruttare le opportunità concesse dagli avversari ma che ne creano di proprie di continuo, grazie ad un gioco più convincente, ottimista, coraggioso, bello.

Ai risultatisti si sostituiscono i giochisti, più propensi a costruire che a distruggere.

La prova di personalità di Agnelli

La Juventus, scrive Sacchi, “va addirittura contro la propria storia” ed esonera Allegri (“che per i risultati ottenuti, secondo il nostro passato, mai si sarebbe dovuto esonerare”) per scegliere Sarri. Una prova di personalità, per il presidente Agnelli.

Il Napoli offensivo

Il Napoli di De Laurentiis (“che già da tempo utilizza allenatori che praticano un calcio collettivo ed offensivo che gli hanno consentito bilanci finanziari e tecnici ottimi”) conferma giustamente Ancelotti, “uno dei più grandi interpreti e protagonisti del calcio totale”.

Lo stile inconfondibile di Conte e Giampaolo

L’inter ingaggia Conte e il Milan sceglie Giampaolo entrambi capaci di dare “uno stile inconfondibile e aggiornato alle loro squadre”.

L’importanza del gruppo

L’Atalanta conferma Gasperini, “altro grandissimo tecnico che, grazie alle idee e al lavoro ha affrontato tutte le squadre con l’audacia e il coraggio di chi ha una grande convinzione e conoscenza”.

La Roma sceglie Fonseca, “altro tecnico votato al calcio totale e al bel gioco”.

Sampdoria e Genoa scelgono Di Francesco e Andreazzoli, “allenatori che danno uno stile alle proprie squadre cercando di vincere con merito a prescindere dal valore individuale che posseggono i propri giocatori”. Il Sassuolo punta su De Zerbi che “gioca a viso aperto contro tutte, fiducioso del proprio collettivo e delle proprie idee che portano al miglioramento dei singoli”.

Non è mai successo, scrive Sacchi, che in Serie A

“ci siano ben 8 tecnici più propensi a costruire che distruggere, più ottimisti che pessimisti e più coraggiosi che paurosi”.

Finalmente ci sono degli allenatori che interpretano il calcio come una filosofia, qualcosa

“che non può prescindere da valori come: merito, la bellezza, l’emozione, lo spettacolo, il divertimento, l’inclusione e l’innovazione. Valori che aprono la strada al futuro e trasmetteranno anche eredità ideologiche”.

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