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Dialogo tra Andrea Camilleri ed il Commissario Montalbano

Il maestro e la sua creatura discutono sul fatto che sembra che oggi ogni cosa che accade sia un motivo per accapigliarsi

Dialogo tra Andrea Camilleri ed il Commissario Montalbano

Montalbano: “Maestro, vidisse che scarmazzo successe per il sintomo che le prese: sembra che oggi ogni cosa che accade sia un motivo per accapigliarisi”.

Camilleri: “Salvo mio, sai qual è il problema di questo tempo?, ci sono pochissimi uomini e tutte le varie gradazioni dell’umanità che Sciascia declinava ne “Il giorno della civetta” si sono arricchite di sottocategorie nuove e sempre più intricate. La verità è che mancano i piccioli e quando questo succede alla gente ‘gli prende la raggia’ e deve pure sfogare con qualcun altro. Pietà l’è morta”.

M: “Diciste bene, io lo accapì durante il mio servizio al porto di Vigata quando arrivano quei povirazzi senza terra ne cielo che addimandano solo un po’ di vita”.

C: “Salvù, una risposta noi la possiamo trovare in opere come “La Tempesta” di Shakespeare. Prospero il Duca di Milano defenestrato dice ad un punto che “è insensato il sovrano che delega la sovranità”. Chiaramente l’opera è ambientata nel Seicento, ma se la trasportiamo ai nostri giorni vediamo che ognuno si sente sovrano nei suoi metri quadrati e pensa di avere su tutto l’orbe terraque padronanza. Questo poi nell’epoca dei social si è amplificato senza controllo ne contrappesi”.

M: “Non si vitti una luci… “.

C: “Salvo, nessuno di noi fa il parrino, ma penso che se non si recupera una prospettiva di umanità positiva non si va da nessuna parte. Io ero già cieco – ma ci vedevo benissimo – ed ora che sono sospeso nel limbo, la mia coscienza vede ancora meglio. Ma se gli idioti governano gli orbi… “.

M: “Non è poi tutto contenuto nella tragedia greca; noi siciliani ci conviviamo da secoli…”.

C: “Non tutto! Sofocle, Eschilo ed Euripide non arrivarono a prevedere Auschwitz: quello è un primato tutto Novecentesco; non ci sono Dei, né il Dio di Abramo, né Gesù Cristo nella Shoah”.

M: “Maestro, ma non stiamo andando al di fuori dei temi di indagine?”.

C: “Perché tu quando fai le tue d’indagini ti limiti ai Codici o cerchi di capire il quadro?”.

M: “Vero è! Ma allora c’è bisogno anche di avere una coscienza per cercare di capire”.

C: “Non ti so dire cosa bisogna fare: ma se dovessi proporre un personaggio che possa incarnare un oggi desiderabile penserei alla Miranda della riscrittura di De Fusco: “Come è bella l’umanità!”.

 

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