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Sarri, perdona i sarristi

È diventato il pretesto per attaccare De Laurentiis. Lo hanno strumentalizzato per creare un clima velenoso a Napoli. E lui non avrebbe voluto nulla di tutto questo

Sarri, perdona i sarristi

Ma chi è questo?

Ho avuto la fortuna ed il piacere di intervistare tante volte Maurizio Sarri. Il più delle volte, nel ventre del San Paolo al termine delle partite. Poi, le conferenze stampa a Castelvolturno.

Ricordo ancora il suo primo arrivo dalle nostre parti: da allenatore dell’Empoli venne a ritirare un premio in Costiera e li lo incrociai per la prima volta. Lo intervistai per Mediaset. Non esistevano sarristi o sarrismi. C’erano apprezzamenti per una tipologia di gioco. All’epoca si parlava di un suo possibile trasferimento in Grecia. Poi venne fuori il Milan. Infine, il Napoli.

Il club partenopeo sondava il terreno per il post-Benitez. Come avviene in tutti i club del mondo quando si decide di voltare pagina al termine di un progetto tecnico (incluso al Chelsea prima che decidessero di ingaggiare proprio Sarri), il Napoli vagliava diverse opportunità: Unai-Emery, Mihajlovic, Sarri, Montella. “Sarri? Ma chi è questo”. Oppure: “Neanche al Sorrento erano felici del suo gioco”. Il Napoli perdeva il neo-allenatore del Real Madrid e ingaggiò l’allenatore dell’Empoli. I sarristi di oggi, forse, appendevano striscioni contro la scelta del “pappone”: “Napoli non è Empoli”.

L’sms profetico e gli inizi difficili

Gli inviai un sms che custodisco gelosamente. Un semplice “In bocca al lupo, mister”. Il suo “farò di tutto per non deludere” di risposta fu profetico. Ma fu una profezia destinata a diventare concreta solo dopo qualche settimana. Gli inizi, infatti, furono difficili: ambiente contro, trequartista, posizione Insigne ed altre problematiche aumentarono il malcontento di parte della tifoseria. Sì, di parte. Perché chi come il sottoscritto chiedeva maggior tempo affinché Sarri potesse trasferire la sua idea di gioco alla squadra, veniva tacciato di essere al servizio del “pappone” (idem oggi con Ancelotti. La storia si ripete con estrema tenerezza, quasi come una fiaba per lattanti).

Dopo aver trovato la quadra del cerchio, conosciamo la storia. Emozioni pure, bel gioco, divertimento, il sogno. Purtroppo, anche chi ha iniziato a strumentalizzare il suo nome. Sì, perché purtroppo dopo la sua partenza (legittima, nel campionato più bello al mondo, con un contratto più vantaggioso ed in un club con un palmares invidiabile) hanno iniziato a fare di Sarri l’antimateria di De Laurentiis.

La strumentalizzazione

Sarri è diventato il pretesto per attaccare la società. Hanno attribuito al nome Maurizio Sarri significati inesistenti, politicizzando un uomo che… Lavorava in banca (“Operavo nel campo delle transazioni con i grandi istituti di Londra, in Germania, Svizzera e Lussemburgo”).

Eppure sono certo che Sarri non vorrebbe nulla di tutto questo. E lo dico con cognizione di causa perché, ripeto, nel tempo ho avuto modo di confrontarmi con l’attuale allenatore del Chelsea.

L’estremismo portato avanti da parte dei sarristi social purtroppo strumentalizza il tuo nome, mister. Il tuo ricordo sulla panchina del Napoli dovrebbe unire ed invece, per colpa loro, divide. Perdonali, Sarri. Perdona i sarristi. Perché per colpa loro oggi forse non sei neanche libero di sedere legittimamente sulla panchina della Juventus per provare a vincere la Champions allenando Cristiano Ronaldo e altri fenomeni: li metteresti in imbarazzo. Perdonali perché per colpa loro il clima in città è stato avvelenato per gran parte della stagione. Perdonali perché non si godono il presente, anzi, accusano chi – pur essendo felici di aver vissuto con te anni meravigliosi – è comunque felice di Ancelotti. Dicono che “ti hanno voltato le spalle”. Follia. Perdonali perché, mentre anche il sottoscritto spera che il Chelsea possa vincere l’Europa League, già hanno creato un clima di vincitori/vinti. La tua eventuale Europa League diventerebbe in città non solo un tuo trionfo ma una sconfitta del Napoli. Perdonali, Maurizio. Tu che vuoi davvero bene a Napoli, non avresti voluto tutto questo.

Perdona quei sarristi che con te hanno ben poco con cui spartire.

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