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Il Napoli è matematicamente secondo con tre giornate di anticipo: è fallimeeeeeeento

Il Napoli raggiunge il secondo posto per l’ottava volta. Sputare sul secondo posto, vuol dire sputare sulla storia del Napoli. Due a uno al Cagliari in uno stadio semivuoto, rigore di Insigne al 94esimo

Il Napoli è matematicamente secondo con tre giornate di anticipo: è fallimeeeeeeento

È fallimeeeento. È fallimeeeento. È fallimeeeento. È fallimeeeento. È fallimeeeento.

È il refrain che certifica il clima lunare di Napoli. La squadra di Ancelotti conquista la matematica certezza del secondo posto con tre giornate di anticipo. Mentre buona parte dei tifosi in città – è bene ribadire in città, perché chi vive fuori (in larga parte) la pensa diversamente – si lamenta e denuncia una stagione non all’altezza delle aspettative.

A dispetto degli scettici di inizio stagione, il Napoli è sempre stato sicuro del secondo posto. Praticamente da ottobre. E questo in parte ha condizionato l’annata degli azzurri. Che hanno centrato due traguardi storici: l’ottavo secondo posto in Serie A della storia del Napoli; e la seconda volta di due secondi posti consecutivi: era successo soltanto ai tempi di Maradona.

Un traguardo che ad altre latitudini sarebbe stato festeggiato con lo stadio pieno. Stasera al San Paolo non si è arrivati a 20mila spettatori. Complice anche i 30 euro chiesti per le curve dopo il fattaccio di Frosinone, con la maglia rilanciata a Callejon.

È semplicemente assurdo il clima che si respira a Napoli. Il secondo posto del Napoli, a tre giornate dalla fine, certifica l’ottima stagione della squadra di Ancelotti. Prenderemo altri insulti, ma sono i risultati quelli che contano. E sputare sul secondo posto, vuol dire sputare sulla storia del Napoli.

Passando alla partita. È stata un match strano. Napoli sempre in controllo della partita. Ma sonnolento nel primo tempo e fino al vantaggio di Pavoletti. Dopodiché ha accelerato, Ancelotti ha buttato dentro Fabian Ruiz, Callejon e Milik e ha tolto Verdi (male) e Younes (discreto). Albiol è rimasto in campo 90 minuti.

Il Napoli ha creato occasioni, soprattutto sull’asse Milik-Mertens con il polacco che ha sbagliato due buone chance. Poi Dries ci ha provato da solo. Prima con un destro sul primo palo, poi con un colpo di testa su cui Cragno si è esibito in una splendida parata: il 26esimo legno della stagione. Poi, ancora di testa, Dries ha pareggiato a meno di dieci minuti dalla fine e ha raggiunto Attila Sallustro nella storia dei cannonieri del Napoli.

Ma non è finita. Il Napoli ha continuato a cercare il gol. E ha trovato un calcio di rigore per fallo di mano. Rigore assegnato grazie al Var. Proprio nella porta sotto la curva B, dove Insigne sbagliò il rigore contro la Juventus. Stavolta Lorenzo ha imparato, ha cambiato angolo e ha segnato. Si è tolto la maglietta. Si è reso autore di un gol storico, anche se in pochi lo hanno capito.

Il vantaggio di Pavoletti, nella ripresa, è diventato un lontano ricordo. Il Napoli ha avuto bisogno del gol del Cagliari per accendersi. Non che prima avesse giocato male, ma privo di accelerazioni.

In questo clima surreale, noi idealmente scendiamo in strada e sventoliamo la bandiera del Napoli secondo in classifica con tre giornate di anticipo. O siamo folli noi, o sono folli gli altri. Forza Napoli e confermiamo l’otto e mezzo alla stagione degli azzurri che certamente avrebbero potuto e dovuto fare di più nelle coppe. Sia in Coppa Italia sia in Europa League dove deludente è stato il doppio confronto con l’Arsenal.

Ma Carlo Ancelotti ha portato il Napoli in carrozza al secondo posto, con una squadra non sua, che era abituata a giocare a memoria. Il che non è un male, ma è un dato di fatto. Ancelotti ovviamente non è Sarri e ha impostato il Napoli alla propria maniera, con calciatori abituati a giocare diversamente. Mai, mai, mai, è stato in discussione non diciamo la qualificazione in Champions ma nemmeno il secondo posto. A nostro avviso, pur con la delusione dell’Arsenal, Ancelotti ha dato dimostrazione di grande solidità e di grande stabilità psicologica. Crediamo che pochissimi allenatore al suo posto – diciamo nessuno – avrebbero saputo fare lo stesso. Del resto fu Sarri a dire che questa squadra era una squadra difficilmente migliorabile.

È strano difendere Ancelotti l’allenatore italiano più titolato al mondo. Sono le meraviglie di Napoli. Che si è abituata bene. E stranamente, nel detto “il sazio non crede al digiuno”, recita la parte del sazio e la recita alla perfezione.

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