ilNapolista

Vincenzo Imperatore: vi spiego come la Juve può ingaggiare Guardiola

Vincenzo Imperatore spiega come l’azienda Juve può realizzare il progetto Guardiola. Come presumibilmente troverà i fondi e cosa significherà in termini di ricavi

Ha sbancato oggi la notizia dell’agenzia di stampa Agi di Guardiola alla Juve, ma l’ingaggio del nuovo allenatore, con un contratto di 24 milioni, comporterebbe una spesa non indifferente per la Juventus e da più parti ci si chiede se la società possa permetterselo.

Abbiamo chiesto l’opinione a riguardo a Vincenzo Imperatore, consulente aziendale, napolista e scrittore di alcuni saggi-inchiesta in cui sono svelati i segreti, le strategie e gli scandali avvenuti nel sistema bancario italiano.

Operazione Guardiola, cosa significa per la Juventus?

«Partirei dal presupposto delle parole di Agnelli in occasione della conferenza stampa di saluto a Massimiliano Allegri, in ci ha ribadito più volte che la Juventus è un’azienda e ragiona secondo logiche aziendali per porsi gli obiettivi. Partendo da questo presupposto immaginiamo come ragiona un’azienda difronte ad un investimento di circa 40-50 milioni lordi all’anno.

Per l’azienda Juve  Guardiola rappresenta l’attrezzatura che sta comprando per fare profitti, perché, come abbiamo ricordato i bianconeri non ragionano da società di calcio e il risultato sportivo serve solo per fare utili. Che è un po’ la logica tanto contestata a De Laurentiis. Proprio l’allenatore del Napoli Carlo Ancelotti ha detto nei giorni scorsi che presidenti di società come il PSG e il City se ne fregano di vincere, gli basta essere nelle prime 3 posizioni perché così fanno utili.

Nel preparare il business plan con la proposta di Guardiola Agnelli ha sicuramente calcolato l’investimento e ricercato le possibili le coperture per sostenerlo e realizzare ulteriori ricavi.

Non è sicuramente una decisione di pancia come noi quando abbiamo preso Maradona indebitandoci, ma ha un ragionamento dietro. Dobbiamo tener presente che il bilancio della Juve al 30 giugno 2018 segnava un rosso di -19,2 milioni dovuto all’aumento degli esborsi per l’acquisto dei calciatori. Nella semestrale del dicembre 2018il personale tesserato dai bianconeri pesava per il 63% sul totale dei costi operativi, con stipendi per calciatori e allenatori che pesano sulle casse per 143 milioni. Situazione non floridissima in casa Juve dunque e un’azienda che ha debiti e vuole fare un investimento deve avere una prospettiva di ricavi e di coperture».

Quali saranno le strade

«In primo luogo si chiederà alla Exor e ad Elkann di capitalizzare la Juve. Ma tra Agnelli e il cugino non scorre buon sangue, a Lapo non piace la gestione di Andrea e lo ha sostenuto fin qui solo in base ai ricavi ottenuti e promessi. Ma è incerto che questa volta possa seguire ancora il cugino.

Ci saranno poi le banche, chiamate a finanziare l’operazione della Juve e infine gli sponsor. È proprio questa la manovra della Juve. Con Guardiola in panchina Agnelli punta ad un’operazione simpatia verso gli sponsor. Pep è un nome che si vende da solo e fa aumentare la simpatia verso i bianconeri. Io stesso guarderei la Juve con occhi meno antipatici se prendesse Guardiola.

Guardiola-Ronaldo è una trasformazione epocale per la Juve che ha sempre speso, ma non ha mai avuto questi nomi così altisonanti. Quando prese Platinì e Boniek ad esempio non erano ancora famosi e conosciuti.

Se Agnelli ha deciso di fare questa operazione, ma siamo nel campo delle ipotesi, c’è sicuramente una voce relativa agli sponsor che copre gran parte dell’investimento. Basta pensare agli introiti delle tournee internazionali che vedrebbero la Juve sempre più richiesta con la presenza dei due personaggi».

La sintesi

«La Juventus, da azienda, non farebbe un investimento del genere se non avesse previsto supposto coperture e ricavi dell’operazione. Agnelli si gioca tutto in questa manovra perché un eventuale flop economico del bilancio al 30 giungo 2020 lo metterebbe in condizione di lasciare la presidenza».

ilnapolista © riproduzione riservata