Lunga intervista al Cardinale sull’ondata di violenza in città: “I camorristi sono peggio delle belve. Non sono degni dei loro padri”
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Sul Mattino, una lunghissima intervista al cardinale Crescenzo Sepe sull’ondata di violenza in città. Ci soffermiamo sulle parole durissime che usa contro i camorristi e la borghesia. Sui primi, ecco il commento del cardinale:
“Non sono uomini degni di tale nome, peggiori delle belve, perché quelle pure si danno delle regole a protezione dei cuccioli. I criminali di oggi non sono neppure degni dei loro padri”.
Prima era diverso, un tempo i delinquenti almeno rispettavano i bambini e le donne, oggi invece neanche più questo. Oggi i criminali sono “degli sconfitti” che si fanno forti solo perché possiedono le armi. Il loro unico mezzo di affermazione è la violenza, lo spargimento di sangue.
“Sono destinati a non lasciare traccia significativa di sé nella loro vita. Non fanno paura neppure ai turisti che continuano a venire”.
La Chiesa fa quello che può per salvare i ragazzi dalla perdizione della strada, dice Sepe, con le sue tante iniziative, ma il vero nodo cruciale, per il cardinale, è l’assenza di azione da parte della borghesia.
“Si ha la sensazione che in questa città, più che altrove, c’è una classe borghese indifferente e silente. Quelli che dovrebbero essere classe dirigente di Napoli o voltano le spalle o sono addirittura complici della malavita”.