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Lo scudetto sarà l’unico mare che non bagna Napoli

Correva l’anno 1981, era il campionato del terremoto, il Napoli perse con il Perugia e lasciò a Juventus e Roma la possibilità di giocarsi il tricolore

Lo scudetto sarà l’unico mare che non bagna Napoli

Correva l’anno 1981, era il campionato del terremoto che oltre ai danni, ai morti, ai feriti, agli appalti e contro-appalti, aveva sancito l’ingresso di un nuovo becero coro contro i napoletani, che ci portiamo dietro ancora oggi. “Terremotati, terremotaaaati” . Almeno il colera andava dietro nella scala di “insulto”.

Era una serie A avvincente, un modesto Napoli allenato da Rino Marchesi, si trovò a cinque giornate dalla fine a pari punti, in testa, con la Roma di Pruzzo e la Juventus di Bettega. Il presidente di allora era Corrado Ferlaino, che aveva promesso Falcao e Brady, e si era presentato con Nicolini e Claudio Pellegrini, però aveva piazzato in extremis il colpo Krol, non badando alla sua età, affiatò la piazza e mise a tacere i tifosi.

I giornali dell’epoca, gli opinionisti, i santoni del pallone davano gli azzurri favoriti a dispetto di bianconeri e giallo-rossi, perché sgombri mentalmente e senza nulla da perdere, potendo contare anche su un calendario più agevole. Il ventisei Aprile del 1981, al San Paolo di Fuorigrotta è ospite il Perugia, squadra già matematicamente retrocessa e modesta, che annoverava tra le sue fila due nomi che sarebbero stati campioni d’Italia, in squadra diverse, da lì a poco:
Salvatore Bagni e Antonio Di Gennaro, ma non furono loro a fare la differenza, bensì tale Nello Malizia, molisano, che quel giorno parò l’imparabile, respinse ogni conclusione verso la sua porta, ogni bestemmia dei novantamila tifosi assiepati increduli alla stadio, e si erse a salvatore di una vittoria inutile quanto storica. Pronti via, il Perugia si trovò per puro caso ad attaccare, poiché il calcio d’inizio era toccato a loro. Sulla fascia sinistra, senza nemmeno troppa convinzione, Di Gennaro la crossò in area, dove c’erano solo difensori del Napoli e Castellini, nessun grifone pronto a spingerla dentro, ma ci pensò Ferrario. Uno a zero per loro. Restavano ottantanove minuti, in una atmosfera infernale, i partenopei si gettarono all’arma bianca nella metà campo umbra. Ma niente, Malizia aveva deciso che voleva essere ricordato negli almanacchi e smise le vesti di anonimo portiere di provincia per indossare i guanti del super-eroe. Parò di tutto, gasato dall’ambiente, nella sua rara presenza da titolare, stava per entrare nella storia della Serie A. Quando si prese delle pause, ci pensarono i pali a dire tre volte di no al Napoli, e quando Pellegrini lo dribblò per la troppa incredulità, forse, colpì il legno sia con in pallone che con la sua faccia.

Niente “lo scudetto sarà l’unico mare che non bagna Napoli” qualche giornale scrisse l’indomani, giusto per farvi capire che i luoghi comuni li usano da sempre. Il Napoli ha perso con il Perugia, facendo saltare tutti i tredici di allora, tutti i buoni propositi da buon cristiano dei tifosi, e lasciò alla Juventus e alla Roma la possibilità di giocarsi il tricolore nello scontro diretto all’Olimpico. La partita si giocò il 10 Maggio, terminò 0-0 ed un goal regolare annullato a Turone, per fuorigioco inesistente. Indovinate quale casacca indossava?

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