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L’intervista non è un addio di Insigne al Napoli

Diceva Montanelli che negli articoli di fondo va espresso uno e un solo concetto. Vale anche per gli intervistati. Altrimenti il casino mediatico è inevitabile

L’intervista non è un addio di Insigne al Napoli

Gli indizi affinché l’intervista al Corriere dello Sport venisse interpretata – ed è stata interpretata, anche da noi – come un principio di addio al Napoli, c’erano tutti. Soprattutto per elementi che non appartengono all’intervista in sé, intervista che non è mai tendenziosa. Non stiamo qui a fare un compendio di comunicazione. Nixon, e parliamo dei primi anni Settanta, non venne creduto non per quello che disse ma per come lo disse. E il caso Insigne è scoppiato per il timing e la confezione più che per il contenuto.

Nell’intervista, Insigne esprime concetti che corrispondono al suo pensiero. «Voglio stare a lungo al Napoli», «non ci penso neppure a Insigne con un’altra maglia». Ma anche concetti ambigui. Dice che se dovesse arrivare un’offerta irrinunciabile per lui che di anni ne ha ventotto… Oppure: «Finche starò al Napoli voglio dare il 110%», anche se aggiunge che lui al Napoli vuole rimanere a lungo.

In questo contesto, sono dichiarazioni che ovviamente attirano l’attenzione. Arrivano dopo lo sfogo di Reggio Emilia, dopo le sibilline affermazioni di De Laurentiis riferite a calciatori che non si trovano a proprio agio col gioco di Ancelotti e che quindi l’anno prossimo non ci saranno più. E con Mino Raiola sullo sfondo. Che di per sé è già una notizia, come giustamente fa notare a Insignes l’intervistatore Antonio Giordano. Raiola è un procuratore che fa affari con i trasferimenti. Il suo motto è “vendi e pentiti”. I suoi assistiti – da Pogba a Ibrahimovic, a Balotelli a tanti altri – non sono calciatori stanziali. Anzi.

In più aggiungiamo che l’intervista viene lanciata di venerdì sera con la copertina del Corriere dello Sport che titola: “Affaire Insigne” e le dichiarazioni di Lorenzo in prima pagina:

Ho ventotto anni, può capitare un’offerta irrinunciabile. Ho dimostrato ciò che valgo e in giro c’è gente che mi stima. Mi scoccia arrivare a un passo dal successo e poi non vincere.

Impossibile fermare la valanga mediatica. Anche se le intenzioni erano altre. Anche se c’è una storia che è tutta da scrivere. Non si tratta di un addio annunciato. Sarebbe stato da folli. Ne è venuto fuori un cocktail pesantuccio a cinque giorni dall’Arsenal, dalla partita più importante della stagione (visto che quella col Liverpool si è giocata).

Indro Montanelli, uno che di giornalismo e comunicazione se ne intendeva, diceva che negli articoli di fondo bisogna soffermarsi su uno e un solo concetto. Magari da sviscerare in più punti. Altrimenti l’articolo perde di efficacia. Ecco, vale anche per intervistati. Devono o dovrebbero lanciare uno e un solo messaggio. Altrimenti diventa impossibile governare quel che accade dopo.

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