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Il “Dizionario appassionato di Napoli”, un romanzo su un’identità che è misura del mondo contemporaneo

Un romanzo dell’intellettuale francese Jean-Noël Schifano, di origine siciliana, e cittadino partenopeo causa direzione del “Grenoble

Il “Dizionario appassionato di Napoli”, un romanzo su un’identità che è misura del mondo contemporaneo

Che meraviglia questo “Dizionario appassionato di Napoli (pagg. 608, euro 28; ilmondodisuk)” dell’intellettuale francese Jean-Noël Schifano, di origine siciliana, e cittadino partenopeo causa direzione del “Grenoble” cittadino dal 1992 al 1998.

Pur concepito con la logica alfabetica dell’opera di classificazione illuministica è come un romanzo su un’identità, come quella partenopea, che ha generato un mondo che ora – secondo l’autore – è misura del mondo contemporaneo.

Non leggetelo quindi a spizzichi ma nella logica diacronica romanzesca.

“Passione”, che sostantivo fuori da questo tempo piatto di tasse e di uomini. Eppure come evidenziare a chi non ha letto questo testo, questo moto assoluto dell’animo nella descrizione di Napoli e della sua cultura.

A partire dalla voce ‘Averno’ che testimonia la forza attrattiva fisica e metaforica di Napoli: la stessa che esercitò la terra non ancora napoletana quando i coloni cretesi di Rodi – secondo l’autore – la fondarono portandosi dietro la loro Sirena Partenope, che poi diede nome e finale identità alla Città.

Che parli di fiori infernali – “ma quale visco? , Virgilio” – che Schifano identifica nella ginestra, o del misconosciuto Basile (Gianbattista), l’autore non può non farsi attrarre dalla formula del barocco esistenziale che a suo dire innerva ora il mondo globalizzato intero. Cos’è? , “un continuo viavai, un passaggio senza elezione e derelizione, tra il dentro e fuori, l’alto ed il basso, (…) la pelle di Napoli”.

Questa realtà che rappresenta Napoli dal Barocco è ora il quotidiano del nostro globalismo odierno con le continue interazioni commerciali, comunicative e di vita liquida che ci disegnano. Perché Basile fu obliterato dall’establishment savoiardo ed unitario? Perché nella sua descrizione di una Napoli verace, quotidiana, anarchica, “grazie alla forza immaginativa di un popolo, Basile fu uno dei pochi ad avere liberato la risata del genere umano”.

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