ilNapolista

Ancelotti: «Pretendere è un verbo che non mi piace. Si pretende l’abnegazione, un risultato si desidera»

Serve coraggio, intelligenza, cuore anche se all’andata di coraggio ne ho visto poco. Il binomio con il San Paolo sarà fondamentale

Ancelotti: «Pretendere è un verbo che non mi piace. Si pretende l’abnegazione, un risultato si desidera»

Conferenza stampa della vigilia per Carletto Ancelotti. Domani c’è l’Arsenal ed il tecnico partenopeo parla di una squadra che è pronta per la grande impresa

Cosa occorre in tre parole per passare il turno?
«Coraggio, intelligenza, cuore. Il coraggio l’ho visto poco all’andata, soprattutto all’inizio,  l’intelligenza c’è stata nella seconda parte, il cuore è quello che ci metteremo domani oltre all’intensità perché è una grande opportunità che dovremo cogliere insieme ad un ambiente che sarà sicuramente straordinario».

Sull’eliminazione della Juventus da favorita:
«Nelle gare da dentro o fuori ti basta sbagliare un tempo. La Juventus non s’è fatta trovare pronta soprattutto nella seconda parte di ieri, quella decisiva. Nulla di nuovo, questa è la Champions».

Come si gioca questa gara?
«Vogliamo giocarceli tutti questi 90′, al massimo delle nostre potenzialità, con intelligenza fino all’ultimo minuto e quindi non voglio sentire che bisogna far gol nei primi 10′, 15′, 30′ ecc. E’ una grande opportunità che abbiamo, siamo l’unica italiana rimasta in Europa in questo momento, speriamo di esserci anche venerdì e se non ci saremo venerdì dovrà essere solo per il risultato e non per una prestazione non all’altezza. Io credo che possiamo farcela»

A cosa è dovuto il risultato dell’andata?
«La prima parte della gara di Londra è dovuta ad una questione tattica, non facendo quello che abbiamo preparato, ma anche per quella ambientale che ci ha condizionato. Domani avremo un ambiente opposto, un supporto importante».

Quanto conta il San Paolo dove il Napoli negli anni scorsi ha sempre battuto le big europee?
«Il binomio è fondamentale, se la squadra gioca bene il San Paolo ti aiuta, altrimenti è difficile. Tutto può diventare possibile».

Quale sarà la strategia?
«Sarà una gara di grande intensità, ma da fare con equilibrio perché sono pericolosi in contropiede».

Si aspetta anche maggiore personalità?
«Dipende dal gioco, se quello funziona allora dopo aumenta anche la personalità della squadra. Il fattore ambientale ci darà più coraggio e quindi anche più personalità».

L’Ajax gioca il miglior calcio d’Europa?
«L’Ajax gioca molto bene, ma mi sorprende il fatto che sia una sorpresa. Nessuno la menzionava, ma ha costruito un ciclo con giovani di grandissimo valore. Non credo che vinceranno la Champions, ma potrei essere uno di quelli che sbaglia un pronostico. Difendono in modo individuale, accettano tanti duelli, ma sono bravi proponendo un calcio propositivo».

La gara della Juve è una risposta a chi pensa che per vincere servano solo i giocatori e non il gioco?
«E’ chiaro che occorrono metodo, programmazione. Siamo tutti sorpresi dall’Ajax, in passato ha sempre sfornato tanti giocatori, ma dalle nostre partii non è permessa una programmazione lunga perché l’opinione pubblica chiede solo i risultati».

Quanto conta il risultato di Verona?
«Verona ci ha aiutato a toglierci un po’ di scorie accumulate dopo Londra e la gara col Genoa. Vincere ti aiuta a creare un ambiente positivo, necessario per una gara come quella di domani».

Callejon sempre più leader. Lui ha espresso il desiderio di restare, il Napoli del futuro ripartirà da lui?
«
Sì, già il voler rimanere è positivo per club e allenatore, ma è frutto di colloquio che abbiamo già avuto ed il voler continuare insieme per la sua qualità ed il senso di appartenenza. Molto più importante qui che altrove perchè avere giocatori col senso d’appartenenza è la chiave per tanti club come Milan, Barcellona, Bayern, parliamo di giocatori che quando vestono la maglia sentono qualcosa di speciale»

Non bisogna prendere gol, ha scelto qualcosa di particolare per la difesa?
«Ho deciso che non bisogna prendere gol, abbiamo deciso insieme. Il problema della difesa non riguarda solo i quattro difensori, ma spesso non si pressa bene in avanti e se i reparti non accompagnano si crea spazio dove è facile inserirsi. La chiave è la compattezza, tenendo vicini i reparti»

I tifosi hanno fatto degli striscioni ‘pretendiamo la Coppa Uefa’, un verbo un po’ forte. Voi cosa pretendete? Il verbo le piace?
«Io pretendo il massimo impegno e concentrazione, il risultato invece anche col massimo impegno non si può garantire. Io non posso pretendere e quindi garantire il risultato, io e tutti dobbiamo pretendere impegno, massima applicazione e concentrazione. Tutto il resto non possiamo controllarlo. Pretendere un risultato no, dai miei giocatori pretendo l’impegno».

 

ilnapolista © riproduzione riservata