«In questi casi “comunque si decida, si sbaglia”». E siamo d’accordo con lui. Che scrisse e scrive che due anni fa il rigore di Reina su Cuadrado non c’era
L’entrata di Szczesny su Djuricic
L’ex arbitro Marelli torna sull’episodio di cui da ieri si sta discutendo tantissimo sui social. L’entrata di Szczesny su Djuricic, con conseguente intervento del Var e decisione finale di Mazzoleni che opta per la mancata assegnazione del rigore. Lo scritto di Marelli è a nostro avviso esaustivo e condivisibile. Ve lo riportiamo.
«Il Sassuolo recupera un pallone sulla trequarti offensiva con Djuricic, l’attaccante entra in area di rigore e viene affrontato dal portiere Szczesny: Mazzoleni lascia correre e solo successivamente viene richiamato da Maresca alla review per valutare un eventuale contatto irregolare tra portiere ed attaccante.
Un inciso: nel caso in cui l’arbitro avesse optato per il calcio di rigore, Szczesny sarebbe stato ammonito per DOGSO ma con contesa del pallone. Episodio, come accennato, sul quale non si troverà mai una linea condivisa per un motivo molto semplice: ci sono elementi a sostegno della punibilità e ci sono elementi a sostegno della non punibilità. Sul parallelo con l’episodio Reina/Cuadrado del 2017 tornerò brevemente tra poco.
Dopo la review, Mazzoleni decide di confermare la sua decisione e di non concedere il calcio di rigore. Il punto su cui si sta discutendo è incentrato sul contatto precedente o successivo del portiere sul pallone o sul calciatore ma è un punto di partenza completamente errato. Quel che conta è giudicare se il contatto tra il Szczesny e Djuricic sia da considerare nei limiti della correttezza o meno, considerando che il portiere tocca il pallone praticamente nello stesso istante in cui viene a contatto con l’avversario.
Quel che è certo è che Szczesny devia il pallone con la mano sinistra sdraiandosi a terra e, nello stesso istante, entra in contatto con l’avversario. Per quanto mi concerne non mi sento di criticare la scelta di Mazzoleni perché il mio obiettivo non è quello di imporre un’interpretazione ma di spiegare (per quanto possibile) il motivo per cui la decisione possa essere criticata o sostenuta: in caso di concessione del calcio di rigore, ci sarebbero state critiche feroci così come ci sono polemiche rumorose per la mancata assegnazione della massima punizione. In questi casi “comunque si decida, si sbaglia”.
Il precedente Reina Cuadrado
Un accenno al paragone spesso riproposto in queste ore con l’episodio del 2017 in Coppa Italia, rigore concesso alla Juventus da Valeri per il contatto tra Reina e Cuadrado: anche in quel caso Reina toccò il pallone con il braccio sinistro prima di entrare in contatto con il giocatore della Juventus. Oggi, anche a distanza di due anni, sono completamente differenti le valutazioni sull’episodio: c’è chi sostiene l’errore dell’arbitro e chi sostiene che l’arbitro abbia agito in termini ineccepibili. Ai tempi commisi un errore che oggi NON voglio commettere: tentai di convincere tutti che il rigore non fosse da concedere, cadendo nella tentazione di voler essere una voce più credibile di altri. Non è il mio obiettivo e già da tempo ho corretto il tiro su quell’episodio, semplicemente ammettendo che si trattò di un contatto borderline (come quello di ieri sera) che si presta ad interpretazioni completamente opposte.
Da parte mia sottolineo solo un aspetto, non proprio marginale: l’intervento del VAR, ieri sera, è stato un errore. Come spesso affermo, ci sono alcune norme del vivere civile che preferirei non esistessero ma, in vigenza della legge, le dobbiamo rispettare, anche se non piacciono. A me, per esempio, non piace il protocollo vigente e ritengo incomprensibile la dizione di “chiaro ed evidente errore” poiché spesso tale concetto si presta ad interpretazioni incerte. Per quanto ciò che è accaduto a Reggio Emilia sia al limite tra il contrasto regolare e l’infrazione, sicuramente non rientra nel concetto di “chiaro ed evidente errore”. E tale affermazione sarebbe stata valida anche nel caso in cui Mazzoleni avesse deciso di concedere il calcio di rigore proprio per la mancanza di una linea che possa ritenersi univoca in sede interpretativa».