Domani il Fulham di Ranieri sfida il Chelsea di Sarri: «Io e lui abbiamo in comune la gavetta. Senza allenare sono un leone in gabbia».
L’intervista alla Gazzetta
Domani c’è il derby italo-londinese tra Chelsea e Fulham. La squadra di Sarri ospita quella di Ranieri a Stamford Bridge, un’occasione per raccogliere le parole del tecnico romano, da poco sulla panchina dei Cottagers. La Gazzetta dello Sport ha realizzato un’intervista in edicola oggi: «Per me non allenare è stato uno stress, mi sentivo un leone in gabbia. Sono nel calcio dai
tempi delle giovanili con la Roma. Il lavoro per me è vita. Il primo a chiamarmi dopo l’arrivo al Fulham? José Mourinho. Grande uomo. Grande allenatore. Grande personaggio».
La sfida con Sarri: «È un allenatore davvero in gamba. L’ho seguito qualche giorno a Cobham. C’è grande studio alle sue spalle, belle intuizioni, un’enorme passione. Quando ci siamo incontrati
mi ha ricordato un episodio dei tempi di Firenze, oltre vent’anni fa. Mi invitarono a una riunione di tecnici e Sarri volle conoscermi. Mi chiese di poter seguire qualche allenamento della Fiorentina. Gli risposi che non c’era alcun problema, ma che avrebbe dovuto visitare qualche collega di Serie C perché i nostri allenatori sono bravissimi anche nelle serie inferiori. Io e Maurizio abbiamo in comune la gavetta. Lui è arrivato più tardi tra i grandi, la mia fortuna è stata Cagliari: un salto triplo dalla C alla A che ha rappresentato una svolta per la mia carriera».
Il Napoli di Ancelotti
Dopo Cagliari, Ranieri fu assunto dal Napoli al posto di Albertino Bigon. Gestì la prima stagione del post-Maradona. Un suo giudizio sul Napoli di oggi: «Ancelotti ha dato subito un’impronta all’ambiente. Il Napoli ha acquistato sicurezza, ma ora deve superare uno scoglio difficilissimo in Champions. Anfield trasforma il Liverpool. È questo il vero problema per il Napoli: l’effetto Anfield».
La nuova avventura al Fulham: «Il percorso verso la salvezza sarà duro e difficile, ma sono sicuro che ce la faremo. La squadra ha una buona base. Dobbiamo solo correggere la fase difensiva e l’approccio generale. Con i calciatori sono stato chiaro: voglio gente che corre e lotta. C’è un ottimo ambiente, ci sono passione ed entusiasmo. Il presidente Shahid Khan è un vulcano. I baffi alla Salvator Dalì lo rendono ancora più simpatico».
Dopo il Chelsea, il ritorno a Leicester: «Nel 2016 abbiamo realizzato un’impresa straordinaria. Con quel titolo mi sono sentito l’allenatore del mondo, mi hanno scritto da tutti i paesi. Ma ora devo pensare alla classifica».
La Champions: «La Juventus ha ricevuto una spinta fortissima da Ronaldo. Acquistare un giocatore come lui, che vuole essere sempre il migliore, trascina il resto del gruppo. Inserirlo nel contesto
Juventus è stata un’intuizione magistrale. Lui è un esempio per i giovani. I bianconeri stanno davanti a tutti perché sono guidati da una grande società con gli orizzonti allargati. I bianconeri dovranno vedersela con Real, Barcellona e Manchester City. E poi l’Atletico di Simeone, una squadra italiana che gioca in Spagna…»
Quali partite della carriera vorrebbe rigiocare Ranieri? «Monaco-Chelsea, semifinale di Champions League, e le due partite con il Livorno nella stagione del secondo posto con la Roma. Non fu la sconfitta con la Sampdoria a toglierci lo scudetto, ma i punti persi con il Livorno».