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Koulibaly non smette di migliorare e di ampliare il suo bagaglio

Oltre la scivolata con finta, Koulibaly sta diventando un giocatore completo, che compensa piccoli difetti di concentrazione con il fisico e la qualità tecnica.

Koulibaly non smette di migliorare e di ampliare il suo bagaglio

Oltre la scivolata

Uno dei momenti-partita di Napoli-Spal, dal punto di vista tecnico e mediatico, è la scivolata di Kalidou Koulibaly. Anzi, diciamola meglio: la finta di scivolata di Kalidou Koulibaly. Chi ha seguito la partita in tv, sarà rimasto toccato dal commento entusiasta di Lele Adani, seconda voce di Sky:

Abbiamo scritto spesso di Kalidou Koulibaly in questa stagione. Era inevitabile, soprattutto alla luce della crescita vertiginosa portata a termine dal difensore centrale franco-senegalese. Una celebrazione meritata, parliamo senza dubbio alcuno di uno dei difensori più forti del mondo, di un calciatore ormai stabilmente considerato parte dell’élite continentale.

Solo che il vero punto è che oggi abbiamo da scriverne ancora, perché lo sviluppo del calciatore-Koulibaly corrisponde a un’espansione del suo bagaglio tecnico. Per cui la scivolata è solo un effetto coreografico rispetto ad una prestazione completa, che parte dall’impenetrabilità difensiva ma finisce per esplorare anche altri sentieri. Quello della scivolata riguarda la pura tecnica di base, è inventiva, è capacità di coordinazione del corpo rispetto al contesto dinamico intorno a sé. Ma poi c’è tanto altro, le sgroppate palla al piede, ci sono i 110 palloni toccati (record per la squadra di Ancelotti), la precisione nei passaggi assoluta (87.5%) e nei lanci lunghi (9 tentati, 5 riusciti).

Kalidou calciatore completo

Il punto è che oggi Kalidou Koulibaly è un calciatore completo e dominante. Quest’ultimo punto non va trascurato, perché l’assoluta arroganza delle sue misure atletiche gli serve per integrare l’unico difetto del suo gioco. Ci spieghiamo meglio: in molte occasioni, Koulibaly tiene una posizione avanzata, quindi ambiziosa e inevitabilmente rischiosa. Il rischio è quello di sbagliare i tempi e le letture, solo che poi Koulibaly recupera. Col suo fisico, con la sua corsa, con la sua straripante fisicità.

A Liverpool, sul gol di Salah, Koulibaly ha qualche responsabilità in copertura: l’egiziano si mangia sull’interno Mario Rui, se KK avesse tenuto una posizione più accorta, avrebbe potuto recuperare facilmente. Solo che di giocatori come Salah ce ne sono in tutto quattro o cinque al mondo, e allora finisce che con un Rigoni (ricordi di Atalanta-Napoli) o anche un Mbappé (ricordi di Napoli-Psg), Koulibaly può recuperare. Controbilancia qualche piccolo difettuccio di difesa posizionale con la pura forza bruta del suo corpo. Anche a Firenze, in occasione dell’espulsione che ha deciso la corsa-scudetto 2018, Koulibaly si era distratto. Poi ha quasi recuperato. Fallo, ma un fallo si fa solo a contatto con l’avversario.

È un rischio che Sarri e poi Ancelotti hanno corso volentieri. Perché nel frattempo Kalidou ha ridotto al minimo il margine d’errore, queste distrazioni sono degli episodi isolati in mezzo a un mare di efficacia e sicurezza e qualità. Come abbiamo scritto sopra: Koulibaly si è espanso dal punto di vista tecnico, il calcio di Sarri l’ha reso attento nelle connessioni con la linea, ora quello di Ancelotti sembra averlo liberato un po’ dalla dittatura della posizione. O comunque oggi KK sembra più ansioso di correre e andare, come cursore ha meno qualità che da difensore, ma è una mancanza perdonabile. Soprattutto se poi a volte si inventa cose così:

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