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Il leader Ancelotti ha deciso che doveva calciare Milik

È stato lui a fermare Insigne e Mertens. Poi ha detto: «Non dovevano esserci malintesi, le gerarchie erano chiare»

Il leader Ancelotti ha deciso che doveva calciare Milik

Calmo sì, ma leader

Leader calmo, ma sempre leader. Carlo Ancelotti conferma ancora una volta il suo spessore. Il Napoli ha 38 punti in classifica (uno in meno rispetto al campionato record dello scorso anno), viaggia a una media di 90 punti pur avendo disputato il terribile girone di Champions con Psg e Liverpool. Un leader lo riconosci sempre. Anche e soprattutto nei dettagli. Lo riconosci quando, all’indomani di un’eliminazione dura da digerire, schiera l’ennesima formazione inedita e fa accomodare in panchina i quattro moschettieri del Napoli degli ultimi sei anni: Hamsik (che è qui da più tempo), Insigne, Mertens, Callejon. Non era mai successo. Ma il leader conosce la forza della sua squadra. Sa che ha una rosa di tutto rispetto e la fa ruotare. Ounas, per dire, è alla quarta partita da titolare in Serie A. Ha giocato, dopo sedici giornate, quattro volte i minuti dello scorso campionato.

Ma passiamo al novantesimo di Cagliari-Napoli. Mertens viene abbattuto al limite dell’area. Punizione dal lato destro. Si fiondano in tre: Mertens, Insigne e Milik. Dovrebbe tirare il polacco. Ancelotti, il leader calmo, lo dice chiaramente nel post-partita. Dichiara a Sky: «C’è stato un malinteso su chi doveva tirare, ma non dovevano esserci malintesi. Le gerarchi erano chiare». Nella diatriba è intervenuto lui. Quella punizione sarebbe toccata a Milik. E gli altri due hanno obbedito. Lo ha spiegato in conferenza stampa così come a Sky: «Ci alleniamo tanto sulle punizioni. Da destra, sono più bravi Milik e Mario Rui. Da sinistra, Insigne e Mertens». Questione chiusa. Leader calmo, ma sempre leader.

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