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La nuova simpatia di Buffon che sfuma nella ripresa

Un buon primo tempo del Psg, poi Buffon para tutto nel folgorante avvio di ripresa del Napoli. La squadra di Ancelotti dimostra di saper gestire il gioco.

La nuova simpatia di Buffon che sfuma nella ripresa

Prologo

Dopo Parigi, Napoli. Come per la carriera di Carlo Ancelotti, come in molti vorrebbero fosse per Cavani, seduto in panchina. Come un sacco di altre cose. Dopo Parigi, Napoli: prima giornata di ritorno della fase a gironi di Champions, il Psg di scena al San Paolo dopo l’inaspettata sofferenza dell’andata, dopo il tiro a giro di Di Maria allo scadere, dopo l’ennesima lezione di mister Ancelotti. Carletto ritrova la squadra tipo, tipo Champions League: Maksimovic sull’esterno in difesa; Hamsik, Allan e Ruiz sulla mediana; Insigne, Mertens e Callejon più avanti. Tuchel riparte dalla squadra del secondo tempo del Parco dei Principi, Buffon in porta e Cavani in panchina. Su il sipario.

Atto primo

Il Psg  fa quello che deve e sa fare: attaccare; Neymae e Mpabbè seminano il panico nell’area di rigore azzurra, Verratti tiene su il centrocampo, schiacciando, nella prima fase della gara, il Napoli nella sua metà campo. Tentativi di resistenza, sparsi, da parte di Mertens ed Insigne; il centrocampo tiene, Mario Rui spinge, a volte va anche troppo oltre, ma l’imoportante è dar noia. Buffon, al ritorno dopo la squalifica rifilata nella scorsa stagione contro il Real, si fa subito notare dai tifosi azzurri. Che, puntualmente, fischiano. Sarà quel tono di blu, sarà la Senna o la Torre, ma sembra quasi più simpatico.

Koulibaly, solito insormontabile muro in difesa, sovrasta persino l’indole atleticamente ribelle di Mpabbè, più volte intento a penetrare la porzione di campo controllata dal centrale azzurro. Tra l’attacco parigino e la tenuta lodevole dei partenopeiil primo atto annuncia una tranquilla conclusione. Ma all’ultimo secondo, ancora una volta, Bernat penetra la difesa azzurra, e tra lo scivolo ed il capitombolo, considerato il poco equilibrio, tocca quanto basta la palla. Quel tanto utile a bucare Ospina, e gelare il San Paolo. Code ai bagni e tutto da rifare.

Atto secondo

Squadre in campo e tutto sembra aver preso una piega diversa. Il Psg è meno lucido, il Napoli è più sicuro di se. Gli uomini di Ancelotti avvicinano i reparti, tagliano corto e si presentano a ripetizione al cospetto di Gigi Buffon. Una, due, tre occasioni; una, due, tre parate. La sua nuova simpatia, manifestata ad inizio gara, sembra sfumare. L’ex numero uno bianconero le prende tutte, gli azzurri sprecano quando possono ed il risultato non cambia. I francesi, all’occorrenza si presentano dall’altra parte, dove Ospina, tutto sommato, gestisce bene ogni sortita di Neymar e compagni.

La spinta azzurra sembra quasi affievolirsi, ma un retropassaggio confuso mette Buffon sulla via di Callejon, lo spagnolo va giù, ed è calcio di rigore. Insigne dal dischetto, 1-1, ed occhio all’impresa. Entra in campo Cavani, il San Paolo sembra non accorgersene, ma è puro teatro; Ounas rileva Mertens, lievemente infortunato. Parte l’assalto, ma i francesi si difendono bene, cosi come gli azzurri ad ogni capovolgimento di fronte. I minuti passano, ma il risultato resta lo stesso. Triplice fischio e squadre negli spogliatoi.

Epilogo

Napoli primo, a pari punti con il Liverpool, incredibilmente battuto in casa della Stella Rossa, e prosssimo avversario degli azzurri. PSG terzo. Ottima prova dei ragazzi di Ancelotti, capaci di gestire ogni fase della partita, considerando anche la qualità assoluta dell’avversario. Tante occasioni da gol e tanti momenti di difesa assorbiti con maestria. Il girone entra nella fase cruciale, le prime tre, bene o male, sono li. Tutto si deciderà, forse, nella prossima giornata. Ancelotti dice ancora la sua, gli azzurri conferamo quanto di buono visto in precedenza. Liverpool è vicina, per la qualificazione magari poi ne riparliamo.

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