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Un Napoli poco determinato, ma mercoledì si fa sul serio

Napoli-Chievo come una piece teatrale: approccio blanco, ripresa d’assedio, ma gli ospiti tengono in difesa. Contro la Stella Rossa servirà qualcosa in più-

Un Napoli poco determinato, ma mercoledì si fa sul serio

Prologo

Mister Ancelotti guarda alla gara di Champions del prossimo mercoledi (forse) e manda in campo un Napoli “sperimentale”. A parte Karnezis, spesso titolare, vanno in campo tutti insieme Malcuit, Diawara e Ounas; al centro dentro Zielinki, in attacco fuori Milik e dentro Mertens. La pioggia cade sul San Paolo gremito, momento commemorativo per capitan Hamsik prima della gara, “omelia” del Cardinale Sepe e poi finalmente parola al campo.

Atto primo

Calcio di inizio e subito Chievo pericoloso con un calcio di punizione provocato da un mezzo svarione difensivo, lato azzurro. Niente di preoccupante, ma l’inizio, il primissimo inizio, non è certo dei migliori. Il Napoli prova a fare la partita, Callejon a destra e Ounas a sinistra spingono alla ricerca delle punte ed in un paio di occasioni provano la conclusione, ma in linea di massima la difesa veneta si presenta ben organizzata e poco propensa a condedere campo agli avversari.

Gli ospiti approfittano di qualche contropiede per lanciare Pellissier e Meggiorini verso la porta difesa da Karnezis, ma sempre senza dare troppe preoccupazioni all’estremo difensore azzurro. Il primo tempo è praticamente tutto qui, il Napoli ci prova, Ounas appare meno ispirato della precedente apparizione, Diawara sembra soffrire il poco movimento dei compagni intorno a se, e tutto questo accompagna simbolicamente la gara fino al quarantacinquesimo. Tutti dentro e speranza per la ripresa.

Atto secondo

Secondo tempo che si apre con un incredibile errore di Insigne, messo faccia a faccia con Sorrentino da Ounas. Niente da fare, il copione resta lo stesso, fedele, a quello della prima parte della gara. Ancelotti lancia le prime mosse dalla panchina, dentro Allan e Milik, fuori Ounas e Diawara. Il ritmo sembra aumentare, Allan dà vivacità al centrocampo, Milik, in maniera del tutto naturale crea un riferimento in attacco, lasciando “acqua” agli esterni ed a potenziali riferimenti. Il gioco sembra giovarne ma di fatto succede davvero poco. Di Carlo fa entrare Stepinski, probabilmente con la speranza di evitare di restare schiacciati dall’offensiva partenopea, creando insomma un punto di riferimento (e sono due) in attacco, dove poter provare a catalizzare la manovra. Entra anche Cacciatore, per dare maggiore stabilità alla difesa in più parte perforata dalle ali partenopee.

Insigne ci prova verso la fine con un tiro dalla media distanza che sfiora il palo, Sorrentino si esibisce nella classica giornata di grazia sotto il Vesuvio, mettendo in scena il personaggio del portiere paratutto, prova che gli riesce più che bene. Il campo pesante e l’approccio complessivo, forse poco determinato alla gara, fanno il resto. L’arbitro fischia la fine, il pubblico incerto e forse incredulo tutto sommato ci sta. Gli azzurri salutano i tifosi, la pioggia continua a cadere e la Juventus a correre.

Epilogo

Gli azzurri sono apparsi per la verità poco lucidi, poco determinati nel raggiungere la vittoria. Poco determinati anche i due “osservati speciali” Ounas e Diawara, probabilmente in conseguenza del generale approccio piatto alla gara. Il Chievo fa al sua partita, si difende, è vero, ma la lettura di Di Carlo, alla prima dopo la “sventura” dell’ex ct sulla panchina veronese, potrebbe anche essere compresa. Magari la testa era alla Stella Rossa, magari l’audacia dettata dal maggiore profilo tecnico è venuta meno, magari il campo pesante o qualsiasi altra cosa, gli azzurri non hanno dato il meglio di se.

Il mister lo sa, l’ha fatto intendere e saprà mettere in riga i prossimi undici titolari. Mercoledi si replica in cChampions, hampions, mercoledi si fa sul serio, si deve per forza fare sul serio. Insomma, si è capito…blog

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