Moggi risponde a Vialli e Cazzulllo: «Non solo io, anche l’Inter e Facchetti facevano lobbing con gli arbitri. Ci sono finito dentro perché ero il più debole».
L’articolo su Libero
Luciano Moggi risponde a Gianluca Vialli ed Aldo Cazzullo. Dalle colonne di Libero, in edicola oggi, l’ex direttore generale della Juventus commenta l’intervista di Vialli e le sue valutazioni in merito a Calciopoli. Questi i punti toccati da Moggi: «Quando scrive di “regole calcistiche disattese”, Cazzullo dovrebbe denunciarle senza stare nel vago. Gli ricordo chela sentenza del processo sportivo recita: “Campionato regolare, nessuna partita alterata. Quindi? Quando parla degli arbitri amici della Juve, gli ricordo che sono statiassolti tuttia parte De Santis, che nulla aveva a che fare con la Juve. Era stato anche fatto il tentativo, fallito, di selezionare gli arbitri, presunti amici e presunti nemici della Juve, allo scopo di controllare i punti fatti con gli uni e con gli altri: il risultato chiarì che i punti maggiori erano stati conquistati con gli arbitri presunti nemici. Quindi?».
Moggi si autodefinisce vittima di Calciopoli: Visto poi che Cazzullo era scivolato fuori dal tema, perché non ha chiesto a Gianluca la sentenza del Tribunale di Milano, originata dalla querela di Gianfelice Facchetti al sottoscritto? Che così recitava: “Giacinto Facchetti faceva lobbing con gli arbitri”. Perché non ha menzionato quanto scritto da Palazzi, procuratore della Figc, e cioè che «l’Inter è la società che rischia più di tutte per il comportamento illegale del suo presidente Giacinto Facchetti?”. Perché non parla del passaporto falso di Recoba? Mi fermo perché credo sia più che sufficiente. Io ci sono rimasto in mezzo perché ero il più debole. Se Cazzullo ha famiglia, auguro a lui e ai suoi figli di non provare mai ciò che ho provato io. Mi ha salvato la religione».