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L’attacco del Napoli ha numeri da primato (ma un solo gol su calci da fermo)

Il recap statistico sulla fase d’attacco del Napoli: la squadra di Ancelotti ha aumentato la caratteristica verticale, del suo gioco e tira sempre di più da fuori.

L’attacco del Napoli ha numeri da primato (ma un solo gol su calci da fermo)

Un mese dopo

Come ad ogni sosta del campionato, ecco un recap statistico sul gioco del Napoli, sulle attitudini tattiche della squadra di Ancelotti. Rispetto al nostro ultimo pezzo sulla fase offensiva – pubblicato il 13 ottobre -, gli azzurri hanno giocato 6 partite, con tre vittorie e tre pareggi. I gol fatti sono stati 14, quelli subiti sono stati 6.

Come detto, in questo pezzo analizzeremo la fase offensiva, e per la prima volta confronteremo i dati del campionato e della Champions League. Nonostante lo spessore differente degli avversari nelle due competizioni, il Napoli mantiene standard offensivi importanti: possesso palla che oscilla il 54,2% in Serie A e del 53,7% in Europa, e una media conclusioni tentate pari a 18 ogni 90 minuti (19 in campionato e 17 in Champions League). La squadra di Ancelotti conferma la sua minore propensione al palleggio rispetto al passato (nell’ultimo anno di Sarri il dato del possesso palla medio superava il 60%), ma conferma la sua pericolosità – quantomeno potenziale – in tutti i contesti.

La differente consistenza delle squadre avversarie si intercetta nella statistica “successiva”, quella della percentuale realizzativa. Al Napoli di Serie A occorrono 8,76 tentativi di conclusione per arrivare al gol; in Champions, questo dato si dilata addirittura fino a quota 17. Certo, la cifra è “annacquata” dal match di Belgrado contro la Stella Rossa – 20 tiri senza gol segnati -, ma sottolinea delle difficoltà sotto porta che in campionato non sono così evidenti. Anzi, in Serie A il Napoli è il secondo attacco dietro quello della Juventus.

Il gioco verticale

Il possesso palla è meno esasperato rispetto al passato, ma ciò non toglie al Napoli la palma di squadra con il maggior numero di passaggi (7189, media di 600 ogni 90′). Eppure i cambiamenti di Ancelotti risultano ancora più evidenti rispetto ad un mese fa: per ogni conclusione tentata, il Napoli costruisce un’azione di 31 passaggi. Un mese fa la quota era leggermente superiore (32), un anno fa toccava quota 45. Il Napoli pratica un gioco più verticale, eppure resta una delle squadre più ragionate della Serie A; la Juventus è vicinissima (7110 passaggi, media di 593 per match), tutte le altre sono molto dietro.

Sono dati che si confermano anche in Champions League, anzi il Napoli fa ancora più passaggi ogni 90 minuti (624). Solo che Ancelotti e i suoi giocatori sono quinti nella classifica riferita ai match europei. Dal primo al quarto posto ci sono Barcellona, Real Madrid, Borussia Dortmund e Manchester City.

Tiri da fuori e palle inattive

Un altro dato interessante riguarda quello delle occasioni create e della tipologia di gol realizzati. Il Napoli è in testa per numero di occasioni create (15.9 per match), ed è primo anche per numero di realizzazioni nate da situazioni Open Play, ovvero azioni manovrate (21). Cifre che inevitabilmente si abbassano in Champions League: 12 occasioni costruite per match e 3 gol in Open Play (più il rigore di Insigne, secondo della stagione in tutte le competizioni). Poche marcature, solo una, su sviluppi di palla inattiva. In questa particolare graduatoria, la squadra di Ancelotti condivide l’ultimo posto con Milan, Genoa, Parma, Udinese e Chievo.

Un altro cambiamento rispetto al passato riguarda le conclusioni da fuori: il Napoli è primo in Serie A per numero di tentativi oltre i 16 metri (8.8 ogni 90 minuti); l’anno scorso, questa quota era di 7,4. Un dato che resta costante in Champions League: 9 conclusioni da fuori area per partite. È la quota più alta di tutte le 32 squadre impegnate nella fase a gironi. Ancelotti, evidentemente, ha incoraggiato ed accentuato la ricerca di questa soluzione, non sempre considerata prioritaria nel passato recente.

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