Quando c’è Dries in campo: tre gol nelle ultime tre partite (quattro nelle ultime cinque) e la sensazione che il gioco del Napoli migliori.
In progressione
La crescita di Dries Mertens è una questione di cifre e sensazioni. Tutto nasce da un avvio di stagione non positivo, che il Napolista sintetizzò in questo articolo, dal titolo eloquente: “Il Napoli e Ancelotti stanno aspettando il ritorno del vero Dries Mertens”. Poi venne Udine, con Insigne fermo per un problema muscolare. Anche prima del match in casa dei friulani, il nostro sito “richiamò” Mertens ad un rendimento migliore, lo invitò a sfruttare questa occasione. Missione compiuta. Con il gol di ieri sera alla Roma, l’attaccante belga è arrivato a tre reti nelle ultime tre partite. Considerando anche quella contro la Juventus, sono quattro gol negli ultimi cinque match.
Tutti i numeri tornano: Mertens ha giocato da titolare quattro di queste cinque partite, ha saltato solo quella di ieri sera, in questo momento è il centravanti titolare del Napoli. Come detto prima: è questione di cifre e sensazioni, le prime sono sempre inequivocabili, ma in questo caso anche le percezioni restituiscono un’immagine coerente della realtà, per cui Mertens parte più avanti rispetto a Milik. L’abbiamo visto ieri sera, anche se è crudele ridurre tutto così: Milik non ha segnato, Mertens sì. Questo fa la differenza.
Il gioco
Che poi non è solo una questione di gol, ma anche di gioco. Oggi come oggi, il Napoli sembra essere più efficace con Mertens piuttosto che con Milik. Colpa della forma non ottimale di Arek, prezioso per un certo tipo di lavoro offensivo ma poco preciso sotto porta. E merito di Dries che invece sfrutta quasi sempre le occasioni che gli capitano e inoltre assicura dialogo e senso creativo alla manovra offensiva. Ieri sera, per dire, 17 palloni giocate e 2 occasioni create. Oltre a 3 conclusioni tentate.
Come dire: pur avendo cambiato modo di giocare e di attaccare, Mertens è ancora funzionale per il Napoli. Assicura qualcosa in più rispetto a quanto Milik riesce a dare in questo momento. È l’ingrato destino del centravanti, Arek non è in una buona fase realizzativa e quindi il suo contributo (positivo, importante) al gioco viene praticamente cancellato dai giudizi e dalle cronache.
Quando invece hai caratteristiche diverse come Dries Mertens, e interpreti il ruolo di prima punta in un modo diverso, più creativo, allora la situazione cambia. Può cambiare, anche se il focus principale resta il gol. E il numero dei gol dà ragione a Mertens che ha superato Arek (fermo a quota 3, due contro il Parma e uno contro la Lazio) e sembra più freddo nel momento decisivo, un partner migliore per Insigne, specie quando Lorenzo spara a salve come ieri sera.
Il futuro
Ora Napoli-Empoli, poi Napoli-Psg. Due partite determinanti, per riprendere la corsa in campionato e per provare a chiudere il cerchio dell’impresa in Champions League. Da parte nostra, è facile immaginare come possa (debba?) toccare a Milik contro i toscani, e poi a Mertens contro i francesi. Se il turn over di Ancelotti sarà improntato a una gestione meritocratica, non esistono dubbi di sorta: l’elemento più in forma il match più importante. Certo, poi esistono idee e variazioni tattiche, ma ad oggi è difficile pensare ad un Napoli che rinunci a Mertens. Una bella conferma per Dries, dopo qualche tentennamento estivo sulla sua aderenza con il calcio di Ancelotti, e con il ruolo di prima punta.
Poi, ovviamente, ci sarà modo per valutare il recupero di Milik, il suo ritorno come uomo-gol. Il Napoli ha bisogno di avere molte alternative, è una prerogativa del nuovo ciclo di Ancelotti. Come ha spiegato Alfonso Fasano nella sua analisi tattica, il tecnico emiliano in questo momento sta rinunciando a Ounas e Verdi, e quindi ha poche occasioni per ruotare gli uomini in attacco. Anche per questo, ora, Mertens è imprescindibile. E lui sta rispondendo presente a questa sollecitazione.