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Gravina si presenta: «Non ho visto Report, della malavita si occupi la magistratura»

Il neopresidente della Figc brilla immediatamente per dichiarazioni paludate e in perfetta sintonia con la politica che governa lo sport da sempre

Gravina si presenta: «Non ho visto Report, della malavita si occupi la magistratura»

Il nuovo che avanza

Il buongiorno si vede dal mattino. Il neopresidente della Figc Gabriele Gravina fa capire immediatamente di essere in totale sintonia con la politica italiana del calcio e dello sport. Del resto nello sport italiano, pur con i tanti aspetti negativi, non ha mai conosciuto la sua Tangentopoli; non c’è un volto nuovo nemmeno a pagarlo.

Il giorno dopo la trasmissione Report dedicata ai rapporti tra ultras, Juventus e ‘ndrangheta, il numero uno del calcio ci ha tenuto a specificare che lui «la trasmissione non l’ha vista, quindi non posso dare giudizi». Non sia mai. Che figura avrebbe mai fatto l’Italia con un presidente della Federcalcio informato su uno scandalo che – al di là delle conclusioni della giustizia ordinaria – resta una pagina mortificante (per non dire di peggio) per il calcio italiano. Lo è ancor di più, visto che è coinvolta la società che ha vinto più campionati italiani.

In un altro Paese, ovviamente, il presidente della federcalcio si sarebbe vergognato di un’affermazione del genere, non l’avrebbe mai pronunciata. Governi il calcio italiano e non vedi la trasmissione sullo scandalo che ha coinvolto il club più importante? Dovresti tacere. Dovresti aver letto tutte le carte processuali, conoscere ogni dettaglio della vicenda. Non andare fiero della tua ignoranza.  

Gravina, all’uscita da Palazzo Chigi dove ha incontrato il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti e il presidente del Coni Giovanni Malagò, ha brillato per la seguente dichiarazione: il tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle curve «lo lascio alla magistratura ordinaria. È il rapporto tra società e curve che dovrebbe essere ordinato. Poi la malavita è malavita e se ne deve occupare la giustizia ordinaria».

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