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Napoli, dopo Genova la svolta di Ancelotti: «Grazie all’autocritica dei calciatori»

Le idee di Ancelotti hanno cambiato il Napoli dopo una sconfitta pesante, la disponibilità dei calciatori ha fatto in modo che tutto ciò potesse avvenire.

Napoli, dopo Genova la svolta di Ancelotti: «Grazie all’autocritica dei calciatori»

Le parole in conferenza stampa

Carlo Ancelotti ha smentito tutti i giornalisti, ancora una volta. In molti, noi del Napolista per primi, abbiamo pensato e scritto come il suo Napoli fosse nato contro la Fiorentina, o a Torino una settimana dopo. Ebbene, la conferenza stampa di oggi ha invece individuato un altro check-point fondamentale della stagione. È stato lo stesso Ancelotti a spiegarlo in maniera chiara: «Abbiamo fatto bene nelle ultime partite dopo aver affrontato delle difficoltà. Grazie all’intelligenza dei calciatori, siamo riusciti a superare certi problemi. Se i giocatori non sono autocritici, non riesci a migliorarti. Noi ci siamo riusciti, questo è il Napoli che voglio».

Non è difficile individuare la partita di Genova come “il momento dell’autocritica”. Il 3-0 subito a Marassi contro un’ottima Sampdoria ha dato il la alla rivoluzione del 4-4-2, ma soprattutto – a quanto pare – ha portato ad un confronto costruttivo sul gioco del Napoli, sul sistema di supporto ai cambiamenti che Ancelotti voleva apportare a questa squadra.

È un discorso che ha due chiavi di lettura, e la prima è essenzialmente tattica: il Napoli di Ancelotti, quello che abbiamo visto nelle ultime partite, nasce da una partita in cui il sistema ibrido pensato dal tecnico emiliano ha mostrato delle difficoltà. Una sorta di tentativo sbagliato, di esperimento non riuscito, e di cambio nel nome della funzionalità. Come dire: Ancelotti ha giocato col bilancino, poi si è reso conto che una scelta radicale avrebbe potuto portare a un beneficio maggiore rispetto ad un percorso più graduale. Ha individuato il problema, ha proposto una soluzione, ha risolto il problema.

I giocatori

Nella parte centrale del procedimento, quello della “proposta”, c’è la seconda chiave di lettura. Ancelotti ha incontrato dei calciatori pronti a recepire le sue istruzioni. Anzi, a far autocritica (cit) e a porsi in maniera positiva rispetto al cambiamento. Un cambiamento che, come detto, è stato radicale, impattante rispetto a certezze acquisite negli anni.

Da qui, il riconoscimento pubblico della conferenza stampa di oggi: Ancelotti ha ribadito, stavolta con un elemento in più, la totale disponibilità della rosa del Napoli ai cambiamenti. Ai suoi cambiamenti. Il termine autocritica non è scelto a caso, anzi è ben ponderato. È indice di professionalità, di cultura del gioco, di totale apertura verso il nuovo tecnico e le sue idee. Una serie di condizioni che non possono mai essere scontate, tanto è vero che l’ultima esperienza di Ancelotti (al Bayern) è finita male proprio perché un certo gruppo di calciatori non aveva accettato le sue proposte. Immaginare il post-Sarri come il post-Guardiola, con le dovute proporzioni, non era un’ipotesi troppo irrealistica.

Invece, sta andando diversamente. Dal punto di vista tattico, ed emotivo. Il Napoli è diventato di Ancelotti perché Ancelotti ha saputo stimolare i calciatori, e perché i calciatori si sono fatti stimolare. Carlo ha toccato le corde giuste, i giocatori si sono lasciati convincere e poi toccare. Il dopo-Genova come nascita del cambiamento, dalla Fiorentina in poi tutto si è concretizzato. Domani sera c’è un esame duro, importante, ma stimolante. Il Napoli ci si è avvicinato con lo spirito giusto, ora ne siamo coscienti ancor di più.

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