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Milik e il peso di aver segnato un solo gol. Anche se lavora tanto per il Napoli

Dopo la rete alla Lazio, Milik ha trovato solo un assist, a Insigne contro la Fiorentina. Sta pagando più di tutti il Napoli in costruzione.

Milik e il peso di aver segnato un solo gol. Anche se lavora tanto per il Napoli

Un solo gol stagionale

La foto che abbiamo scelto per aprire il pezzo non è a caso, è una delle occasioni capitate ad Arek Milik durante la partita di ieri sera contro la Stella Rossa. È un’immagine emblematica, dicevamo, per tanti motivi: il primo riguarda il movimento, il contributo al gioco del centravanti polacco, che non è mancato nemmeno a Belgrado. Il secondo, però, sta nel numero di gol segnati dall’ex Ajax: uno solo in cinque partite stagionali, quattro giocate dall’inizio e una da subentrato. In più c’è stato l’assist a Insigne contro la Fiorentina. Forse non è eccessivo scrivere e pensare che Milik si sia bloccato.

Ripetiamo: non è una bocciatura, anzi Milik continua ad essere un centravanti pienamente aderente al gioco del Napoli. Questione di caratteristiche fisiche, tecniche, di approccio all’interpretazione del ruolo. La conclusione immortalata in foto arriva dopo un attacco della profondità, ma nella stessa partita – così come contro la Fiorentina e nei match precedenti – Milik ha mostrato la sua capacità di legare i reparti, di accorciare e compattare la squadra, secondo le esigenze del gioco contemporaneo. Anche ieri sera è andata così, 30 palloni giocati e una mappa posizionale che non si limita all’area di rigore, ma esplora l’intero fronte d’attacco:

Oltre il lavoro

Ovviamente, però, gli attaccanti hanno un rating a parte, vivono della quantità di gol, vengono giudicati in base alle reti segnate, e basta. È inevitabile parlare di Milik dopo quattro partite senza gol, seppure giocate con assoluto impegno e buona qualità nel lavoro di squadra. Il precampionato di Arek era stato promettente in questo senso, e la rete contro la Lazio aveva in qualche modo rinverdito il racconto del Milik cannoniere, del Milik attaccante con una media gol spaventosa, un gol ogni 100 minuti i giù di lì.

Ora la situazione è diversa: come spiegato da Alfonso Fasano nella sua analisi tattica, il Napoli di Ancelotti è una squadra ancora in costruzione e che sta cercando un nuovo equilibrio nelle due fasi di gioco. E allora l’attacco ne risente, perché la ricerca di un assetto difensivo efficace ha fatto sì che Ancelotti privilegiasse un lavoro più basico in attacco, le due punte servono a creare connessioni semplici e dialoghi ravvicinati, la strada più breve per cercare di arrivare al gol. È un lavoro di bilancino, in questo momento Milik paga non tanto un periodo gramo in quanto ad occasioni, quanto la qualità delle occasioni stesse. Ieri sera, per esempio, Arek ha concluso altre 4 volte verso la porta, ma sempre in condizioni difficili. Insigne, infine, gli ha tolto (involontariamente) un tiro facile nella ripresa, con un tocco  d’esterno su un bel cross basso di Mario Rui.

Milik è una conseguenza, non un problema

L’equilibrio è estremamente sottile, in certi casi: Milik non ha sbagliato tanti gol e si è costruito un buon numero di occasioni sporche. Però non ha segnato. E non segna da un po’. Paga in prima persona un momento complesso della squadra in fase di finalizzazione. È il crudele e sottile equilibrio dell’attaccante, per cui il gol fa la differenza rispetto a qualsiasi altra cosa. Ne abbiamo scritto sopra.

E allora viene da chiedersi: Milik ha colpe oppure no? In questo momento, no. O meglio: non ancora. Il contributo al gioco di squadre resta apprezzabile, ma il grande attaccante ha bisogno di andare oltre per mantenere viva questa certificazione. Il punto è questo: Milik diventerà il grande attaccante di questa squadra quando riuscirà ad essere determinante, a fare gol, anche in partite come quella di ieri. Soprattutto in partite come quella di ieri, viene da dire. Ne ha le capacità, lo sappiamo, l’abbiamo visto nelle sue prime due stagioni a singhiozzo. Ora sta crescendo insieme alla squadra, all’interno di un nuovo sistema. Gli manca solo il gol, viene da dire se attiviamo la nostra parte comprensiva. Solo che fa l’attaccante, risponde la nostra severità. E segnare vale tutto, in certi casi.

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