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Ancelotti torna a Belgrado trent’anni dopo la notte della nebbia

Stella Rossa-Milan: una partita storica, in due giorni, che segnò di fatto la nascita del Milan europeo di Sacchi. Ancelotti giocò solo la prima, quella sospesa

Ancelotti torna a Belgrado trent’anni dopo la notte della nebbia

Domani l’esordio del Napoli

Manca ormai poco all’esordio del “nuovo” Napoli di Carlo Ancelotti in Champions League. Girone di ferro per i partenopei, che proveranno a contendersi il passaggio del turno con Psg, Liverpool e Stella Rossa. Battesimo azzurro in “Champions” per il tecnico di Reggiolo, uno che di coppe con le grandi orecchie pare averle incrociate lungo la sua carriera di calciatore prima ed allenatore poi. Incrociate e soprattutto alzate. Dai trionfi in campo, nel Milan di Sacchi, a quelli, in panca, con lo stesso Milan e poi con il Real Madrid, quest’ultimo dal sapore assolutamente unico (decimo trofeo tra Coppa dei Campioni e Champions League). 

Proprio a Belgrado, nel glorioso e temutissimo “Marakana”, domani Insigne e compagni giocheranno la prima gara del torneo, consci dell’impresa necessaria per strappare i primi tre punti ad un avversario che ha legato il proprio nome alla storia della competizione europea, protagonista di esaltanti ed indimenticabili vittorie, ma anche di sconfitte che in un modo o nell’altro hanno segnato il corso del calcio moderno.

Savicevic e Stojkovic in fasce

Come quella sera di novembre del 1988. La Jugoslavia, già da qualche anno orfana di Tito, mostra i primi segni di cedimento sotto la spinta dei primi gemiti di quel vento indipendentista che da lì a pochi anni ne avrebbe sancito la disgregazione. A Belgrado, la Stella Rossa del genio “in fasce” Savicevic e di Stojkovic (giusto per citare qualche nome di quella squadra fiore all’occhiello del calcio oltre muro) ospita il Milan dei tulipani e del “rivoluzionario “Arrigo Sacchi. È la gara di ritorno del   secondo turno dell’allora Coppa dei Campioni, dopo un incoraggiante 1-1 strappato all’andata in casa dei rossoneri. In campo, con i rossoneri, c’è ovviamente anche Carlo Ancelotti.

La gara si mette subito bene per i giovani talenti jugoslavi, tanto che proprio Savicevic porta la Stella Rossa in vantaggio. Il Milan è fermo, impacciato, subisce senza capacità di reazione l’estro e l’organizzazione tattica dei ragazzi di Branko Stankovic, nonché una massiccia dose di agonismo che in certe occasioni può sempre tornare utile. Per i rossoneri, sembra la fine prematura di ogni sogno di gloria, i presupposti sembravano buoni, ma evidentemente nessuno immaginava tanta difficoltà nell’approccio alla gara di ritorno.

Il destino

Di colpo la storia cambia verso e l’impossibile diventa di fatto possibile. Su Belgrado cala la nebbia, fitta, densa, tale da non permettere il regolare prosieguo dell’incontro; l’arbitro, il tedesco Pauli, è deciso: gara sospesa. Il giorno successivo c’è la ripetizione. Tutto azzerato, secondo le regole dell’epoca: si riparte dallo 0-0 ma con formazioni diverse. Non giocano Virdis – espulso il giorno prima, e neppure Ancelotti che era diffidato; in compenso torna disponibile Gullit che era infortunato il giorno prima. Marco Van Basten porta in vantaggio i rossoneri (prima c’era stato il contestatissimo autogol fantasma di Vasilijevic, con la palla che era entrata di oltre un metro) ma l’entusiasmo dura poco: Stojkovic pareggia i conti.

I rigori

Si va ai supplementari, poi ai rigori. I rossoneri, particolarmente ispirati, non sbaglieranno un colpo, prima Baresi, poi Van Basten, Evani ed infine Frank Rijkaard (che metterà in rete il rigore decisivo). Giovanni Galli, indossati i panni del fenomeno, bloccherà senza troppa esitazione i tentativi dal dischetto del “predestinato” Dejan Savicevic e di Mitar Mirkela (molto meno predestinato del “genio”). Il Milan passa il turno, probabilmente con maggiore consapevolezza dei propri mezzi e con quella giusta dose di carica in più che accompagnerà in quella stessa edizione il diavolo sul tetto d’Europa.

Beffe della storia, ironie del caso, ma è proprio in quella sera che il “Milan di Sacchi” vede la luce, prima di prendersi l’Europa e poi il Mondo, calcistico si capisce. E domani sera sulla panchina del Napoli ci sarà un testimone d’eccezione, di quella folle notte di novembre di trent’anni fa. 

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