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Milik risponde (ancora) presente: un gol segnato, due sfiorati

Dopo il gol segnato al Borussia Dortmund, Arek Milik ha espresso un’altra buona prestazione contro il Wolfsburg, in fase realizzativa e nel dialogo con i compagni.

Milik risponde (ancora) presente: un gol segnato, due sfiorati

Il paradosso

Nella partita negativa di Wolfsburg, ecco il paradosso-Milik. Il calciatore più “discusso” e “discutibile” di questa estate – l’intero ambiente azzurro era ed è alla ricerca spasmodica della prima punta “top” che renda positivo il mercato di De Laurentiis – è invece il migliore elemento della squadra di Ancelotti. Ovvero, per dirla semplice: è andato in campo e ha fatto gol. Contro il Dortmund, ieri contro il Wolfsburg. Due reti belle, che vanno di pari passo rispetto alla buona vena mostrata già contro il Liverpool. Dopo il match di Dublino, Il Napolista scrisse di Arek. così:

C’è qualcosa di diverso da fare: allungare la difesa avversaria, studiare la profondità, occupare l’area, tagliare per aprire spazi ai compagni. Contro il Liverpool, basta riguardare la gif di sopra, è successo proprio questo: Allan alza l’intensità del pressing, Milik entra dentro per ricevere il pallone e/o aprire lo spazio al servizio su Insigne. Allan sceglie la prima soluzione, Arek riceve, stoppa, tira. Velocemente. Con precisione non ottimale, ma ok, il senso è giusto.

Una sola conclusione, un gol sfiorato. Quello che gli chiede Ancelotti, quello che Milik ha provato ed è riuscito a proporre ieri. Il gol, e una serie di giocate funzionali a un nuovo modo di intendere il ruolo di prima punta. Basta riavvolgere gli highlights per trovarci dentro Arek Milik, sempre presente e con buoni risultati.

Trovare i compagni

Nel primo tempo, Arek ha costruito l’unica occasione buona del Napoli. Movimento perfetto di scambio con Callejon, tocco di testa per lo spagnolo e tiro al volo ribattuto da un difensore del Wolfsburg. La migliore iniziativa del Napoli nel primo tempo, insieme al tiro un po’ scialbo di Insigne in posizione di trequartista. Anche in quella situazione, buona interpretazione di Arek: taglio interno, spazio liberato per Lorenzo, lavoro di spola o lavoro sporco, chiamatelo come volete, ma risultato tattico raggiunto.

Poi, nella ripresa, questa azione qui. Poco prima del gol. Uno splendido dialogo ad altissimo coefficiente tecnico con Mertens, come nella prima parte della stagione 2016/2017, prima del maledetto infortunio con la maglia della Polonia. Milik si era già preso il Napoli come centravanti, e Mertens era il compagno di fascia sinistra con cui si intendeva meglio. Ricorderete, era il momento di Insigne in difficoltà. Lorenzo si sbloccò a Udine, dopo un bel po’ di partite. Poi Mertens è diventato centravanti, e i dialoghi con Milik (auspicati anche da Ancelotti nel postpartita di ieri) si sono persi nei ricordi. Ma restano presenti nella memoria a lungo termine, altroché.

Del resto, anche il gol di testa realizzato ieri nasce da un movimento di Dries, che converge al centro dalla sinistra e apre il corridoio a Mario Rui. Splendido cross del terzino portoghese, perfetto stacco a centro area di Arek. Perfetto nel trovare e farsi trovare dai compagni. Un centravanti, magari non forte come Cavani, ma adatto allo scopo. Adatto al Napoli.

Il futuro

Per spazzare via tensioni e speculazioni di mercato, Milik deve solo… continuare così. Un centravanti che segna due gol in tre partite avrà una media di 25 reti su un intero campionato giocato. Questo è il punto, ed è importante da comprendere per tutto l’ambiente: le perplessità su Milik riguardano la pura integrità fisica, il calciatore non va discusso, non può essere discusso, nel suo biennio a Napoli ha una media di un gol ogni 98 minuti (in Serie A). Come dire: una certezza sotto porta, o giù di lì.

Milik ha iniziato questa stagione allo stesso modo, ha giocato tre amichevoli e ha realizzato due gol, andando vicinissimo ad altre reti sia contro il Liverpool che ieri contro il Wolfsburg. Oltre al gol segnato e alla combinazione con Mertens di cui vi abbiamo mostrato le immagini, Milik è andato vicino ad un’altra marcatura, con un (altro) sinistro a giro dal limite dell’area. Non era in situazione dinamica come contro il Borussia, ma ha quasi inquadrato la porta. Tre occasioni, un gol segnato e una grande parata del portiere. Se Milik mantenesse questo score, la sua stagione sarebbe da incorniciare.

L’acquisto di Cavani sarebbe (stato) un’operazione soprattutto emotiva. Anche tecnica, certo, Arek Milik non ha le referenze dell’uruguagio. Ci mancherebbe altro. Però Milik ha potenzialità inespresse che noi non abbiamo ancora potuto conoscere, ammirare, misurare per la loro dimensione reale. Prima gli infortuni, poi la presenza di Mertens e la riconoscenza di Sarri nei suoi confronti. Ecco, ora è il tempo di Ancelotti e Milik. I primi assaggi, nonostante i risultati in altalena del Napoli, sono stati incoraggianti.

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