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Irrati: «Inizialmente ero scettico, ma il Var serve eccome»

Massimiliano Irrati intervistato da Radio 1: «Un arbitro non può che apprezzare un aiuto esterno, eravamo gli unici a non poter rivedere replay».

Irrati: «Inizialmente ero scettico, ma il Var serve eccome»

L’intervista a Radio 1

Massimiliano Irrati, arbitro internazionale e uomo-Var per eccellenza ai Mondiali di Russia, parla proprio del supporto tecnologico agli arbitri. E lo elogia con assoluta convinzione. Queste le sue dichiarazioni, raccolte da Rai Radio 1: «All’inizio ero scettico, poi ho dovuto riconsiderare la mia posizione. I fatti hanno dimostrato che il Var serve, eccome se serve. Quando Rosetti, leader project del Var, due anni fa iniziò a parlarci di questa nuova tecnologia, mi sembrava inapplicabile. Ero molto dubbioso sulla possibile applicazione pratica, ero convinto che potesse trasformare il calcio in peggio. Ma mi sono dovuto ricredere».

Irrati sottolinea le motivazioni che l’hanno spinto a questo dietrofront: «Il comportamento dei calciatori in campo è migliorato, il minutaggio di gioco effettivo è aumentato. Chiunque faccia l’arbitro non può che apprezzare l’aiuto che viene da fuori, prima doveva decidere completamente da solo. Mentre tutti gli altri rivedevano le azioni, eravamo gli unici a non poterlo fare. L’inserimento dei replay Var nei maxischermi? È una forma di rispetto verso gli spettatori allo stadio. Rischi per l’arbitro non ce ne sono, non mi sono mai fatto condizionare da agenti esterni. Certo, nel giudizio degli arbitri c’è sempre una componente discrezionale, e la situazione non è cambiata da quando c’è il Var. Ci saranno sempre degli episodi di cui si parlerà per mesi, anni».

Sull’esperienza ai Mondiali: «È stato incredibile, ho vissuto per un mese una vita parallela, una realtà virtuale, ma è stato un momento di crescita tecnica non indifferente. L’attesa era esagerata, noi italiani eravamo abituati al Var ma il 90% dei miei colleghi non sapeva come utilizzare lo strumento. Un errore evidente nel mondiale sarebbe stato un pessimo biglietto da visita per la Var, per la Fifa e per chi aveva investito tantissimo in questa tecnologia».

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