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Gattuso: «Ancelotti è il mio maestro, domani voglio vedere un Milan di personalità»

Gennaro Gattuso presenta Napoli-Milan in conferenza: «Sapete il rapporto che ho con Carlo, il suo Napoli sta provando a fare qualcosa di diverso».

Gattuso: «Ancelotti è il mio maestro, domani voglio vedere un Milan di personalità»

In conferenza stampa

Gennaro Gattuso presenta Napoli-Milan in conferenza stampa. La prima domanda, ovviamente, riguarda Ancelotti e il suo rapporto con il tecnico rossonero: «Conoscete tutti la nostra storia. Per me Carlo è stato più che un allenatore. In questi anni, nei momenti di difficoltà, qualche chiamata gliel’ho fatta. Un rapporto che va al di là del calciatore-allenatore, lui è il mio maestro, io devo ancora mangiare tanta pastasciutta. Dal punto di vista dell’atteggiamento, si è addolcito un po’ rispetto a quando era un calciatore. Mi ha sempre colpito la sua semplicità, non ho mai sentito un giocatore parlar male di lui. Copiare da Carlo? Fai fatica, rischi di fare dei danni. Al Milan è stato un maestro, ci ha fatto fare il salto di qualità. Avremmo potuto vincere molto di più».

Il Napoli: «Ancelotti sta provando a cambiare qualcosa. Ma il Napoli resta una squadra con un’identità chiara, riconoscibile, ancora vicina a quella inculcata da Sarri. Carlo sta inserendo concetti nuovi, qualche verticalizzazione in più. Ma ci sono dei valori importanti, non è un caso che l’anno scorso questo gruppo sia arrivato a 91 punti. Il mercato non ha portato rivoluzioni, sono anni che a Napoli si macinano risultati. La Juve ha un qualcosa in più: vince da sette anni, ha preso il giocatore più forte al mondo e ha una base molto importante. Erano anni che non si vedeva un mercato così, si è rafforzato il mercato italiano».

«Sono l’uomo più felice del mondo»

Gattuso presenta il suo Milan: «Sono l’uomo più felice del mondo, alleno una grande squadra. Sono nato con la pressione addosso, senza non riesco a rendere. Ho voluto la bicicletta, ora mi tocca pedalare. Milan da scudetto secondo Sacchi? Non lo siamo ancora, possiamo diventarlo. Ci sono calciatori che arrivano da realtà differenti, e hanno bisogno di tempo. Se riusciamo a lavorare in fretta, siamo forti. Negli ultimi anni abbiamo cambiato allenatori e quindi metodi, se c’è continuità è più facile. Da parte mia sono tranquillo, so come abbiamo lavorato e che possiamo spingere.  Abbiamo un motore pieno di benzina, ma qualche problemino c’è ancora. Prima dobbiamo allenarci duramente per arrivare al quarto posto, poi si vedrà».

Uomini e stile di gioco: «Caldara, Musacchio e Romagnoli possono ereditare i compiti da regista di Bonucci. Dobbiamo cercare un’imbucata o una verticalizzazione in più. Stiamo provando a far tagliare di più anche Suso. Caldara? Non so se domani sarà in campo. Viene da un calcio totalmente diverso dal nostro, noi giochiamo a quattro. Abbiamo metodi di lavoro differenti, ma è un ragazzo con grande mentalità e voglia. Non avrà nessun problema, ci vuole solo un po’ di tempo. Però a partire da domani vorrei vedere una squadra con grande personalità, con coraggio. Non voglio vedere una squadra che si abbassa di 10-15 metri alla prima difficoltà».

Gattuso su Higuain: «È tra i migliori al mondo, dobbiamo scendere in campo da squadra e metterlo nella condizione di fare gol. Cinque giorni fa, André Silva ha fatto tre gol. Non volevamo venderlo, è lui che voleva andar via a tutti i costi. Quando un giocatore chiede di andare via, è giusto che lo faccia. Per l’età che ha, era un giocatore importante. L’anno scorso abbiamo sbagliato tanti gol, speriamo che non succeda a Higuain».

Leonardo, Maldini e la nuova proprietà

«A me è stato detto di guardare avanti e pensare a lavorare. Gordon Singer mi ha suggerito di non leggere quello che riportano i giornali, mi avevano già fatto il funerale. Vogliamo migliorare la posizione dell’anno scorso. Leonardo e Maldini? C’è un grande rapporto, Paolo sta più tempo a Milanello, con Leo ci sentiamo 2-3 volte al giorno, al telefono. Portano adrenalina e ossigeno, la squadra si gasa. Il confronto con loro porta carica positiva. Loro fanno i dirigenti, io sono l’allenatore».

Bakayoko e Castillejo: «Il primo preferisce giocare in un centrocampo a due, o magari fare il vertice basso. Mi ha sorpreso per il suo dinamismo, chi non lo conosce può pensare che sia solo un calciatore fisico, invece ha anche grande qualità. Castillejo è un calciatore frizzante, si vede che arriva da un sistema completamente diverso. Può dare un’alternativa, ribaltando subito l’azione. Sono contento del mercato, di tutti i giocatori che sono arrivati».

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