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Collina: «Impossibile pensare al calcio del futuro senza Var»

L’intervista alla Gazzetta dello Sport: «Difficile implementare il Var in Champions, gli assistenti hanno cambiato modo di lavorare».

L’intervista alla Gazzetta dello Sport

Il ritorno di Pierluigi Collina. Dopo l’addio alla Uefa, l’ex arbitro italiano torna a parlare di Var e della sua carriera in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: «Bello sentir dire che il Mondiale è stato vinto dagli arbitri. È un risultato non casuale, è frutto di un processo iniziato quattro anni fa, dopo il Brasile. Ogni dettaglio è stato curato con la massima attenzione. Per esempio, abbiamo organizzato un torneo amichevole a Mosca per tenere allenati i direttori di gara. E poi il potenziamento della figura dei match-analyst, esperti che hanno studiato squadre e giocatori per offrire input di campo agli arbitri».

Il mancato utilizzo del Var in Champions è il motivo dell’addio di Collina? «Si è detto di tutto, addirittura che avrei promosso lo sviluppo Var con la Fifa e il rallentamento con l’Uefa. Ovviamente non è così, è solo che la Fifa ha iniziato prima a prepararsi a questa nuova era, ci ha creduto di più. In ogni caso, ci sono differenze oggettive: finora il Var è stato utilizzato in campionati e competizioni disputate in un solo paesi. Utilizzarlo per la Champions, che si gioca in molti paesi e dove ci sono più broadcaster, è più complicato. Ma sono sicuro che anche la Uefa deciderà di implementare tecnologia. Quando accadrà, gli arbitri si faranno trovare pronti».

Il senso del Var

Collina spiega l’approccio mentale al Var: «Il supporto tecnologico ti dà maggiore tranquillità, non cambia il modo di arbitrare. In campo il direttore di gara decide sapendo che c’è un paracadute pronto a salvarlo. Se c’è un fatto oggettivo, nessun problema. In ogni caso, però, è sempre l’arbitro che deve poter rivedere le immagini prima di decidere. Gli assistenti, invece, hanno cambiato il modo di lavorare. A loro è stato detto di ritardare l’uso della bandierina, ora è meglio far segnare e poi valutare il video piuttosto che bloccare un’azione che si rivela corretta».

«Credo proprio che non ci sia futuro per il calcio senza il Var. Anche perché la gente non capirebbe. Viviamo in un’epoca basata sulla tecnologia, sarebbe impensabile tornare indietro».

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