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Napoli-Chievo, la nota negativa sono gli attaccanti: zero conclusioni per Milik e Inglese

Milik e Inglese hanno tante attenuanti, ed è ingiusto dare giudizi sommar. Napoli-Chievo, però, non ha diradato le perplessità su di loro.

Napoli-Chievo, la nota negativa sono gli attaccanti: zero conclusioni per Milik e Inglese

Le parole di Ancelotti

Nell’immediato postpartita di Napoli-Chievo, Carlo Ancelotti ha “assolto” Arek Milik rispetto ad una prestazione negativa, o quantomeno anonima: «Sono 4 giorni che è qui, non mi aspettavo nulla di più da lui. Milik è bravissimo e sono contentissimo di lui».

Vero, ci sono tutte le attenuanti del caso: Arek Milik si è allenato pochissimo con il nuovo Napoli, è reduce dall’esperienza al Mondiale in Russia, nonché da due stagioni complicate. Come dire: impossibile chiedergli la luna, anzi ingiusto. Soprattutto al 29 luglio, per un’amichevole contro il Chievo Verona. Ovvero, una squadra difensiva per definizione, costruita e messa in campo per bloccare il gioco avversario.

Roberto Inglese (e l’attaccante secondo Ancelotti)

Lo sa bene, lo sa benissimo, Roberto Inglese. L’ex centravanti del Chievo, proprio del Chievo. Anche per lui, nel secondo tempo, una partita senza grandi occasioni e pure senza un grande contributo per la squadra. Zero conclusioni anche per lui, esattamente come Milik.

Per lui, ci sono attenuanti diverse: primi approcci con una squadra costretta ad attaccare contro difese schierate, primi approcci con i nuovi compagni, primi approcci con una nuova dimensione. Tutto può rientrare sotto la dicitura “ambientamento”, giusto per usare un termine-compendio.

E poi, c’è anche il gioco di Ancelotti che incide. Che sfrutta in maniera diversa la prima punta, tutto parte da un’idea di calcio più verticale, diretta, immediata. In un contesto del genere, l’attaccante centrale tocca pochi palloni, si muove e ragiona come terminale offensivo, interagisce poco con la manovra, occupa la profondità. Insomma, per dirla semplice: tocca pochi palloni, e quelli che tocca li tocca per fare gol. Per segnare. Ieri sera, pochi palloni giocabili per loro. Quindi, prestazione anonima. Per Inglese, per Milik. Inevitabile.

Il futuro

Le attenuanti non cancellano la realtà, però. Definiscono i suoi contorni, ma non riescono a cambiarla. Quindi, resta che Milik e Inglese non hanno convinto in questa prima uscita. È una notizia temporanea o provvisoria, ma è comunque una notizia. Resta un segnale su cui Ancelotti deve lavorare, in due sensi: migliorare la condizione dei suoi due centravanti (in attesa di Mertens), e per condizione parliamo di forma atletica come di conoscenza rispetto al sistema di gioco.

E poi c’è l’altra possibilità, quella di avvicinare la strategia tattica del Napoli alle caratteristiche dei suoi centravanti. Il Napoli ha un modello in fase di messa a punto, Ancelotti sta costruendo una squadra nuova, diversa. Finora, ha lavorato su Inglese e da qualche giorno ha imparato a conoscere Milik. Poi arriverà anche Dries Mertens. Qualcuno chiede o sussurra Cavani, ma quello è un altro discorso. Che interviene, se interverrà, in un secondo momento. Qualora Ancelotti si dovesse rendere conto che Milik e Inglese non hanno problemi di condizione e/o adattabilità, ma il loro problema è la mancanza di qualità. O, quantomeno, di aderenza alle idee dell’allenatore.

Torniamo all’inizio: è ancora presto. Per tutto, soprattutto per i giudizi sommari sui calciatori. Dal prossimo test, si potrà sapere/capire qualcosa in più. Rispetto a Napoli-Chievo, Liverpool-Napoli sarà un altro scenario, per la squadra di Ancelotti e per i suoi due centravanti. Che devono crescere, in tutti i sensi, per poter legittimare questa loro posizione.

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