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Il Napoli di Ancelotti e i triangoli negli spazi di mezzo

Come cambia il Napoli di Ancelotti: Fabian Ruiz e Verdi riproducono a destra la catena creativa negli Half-Spaces.

Il Napoli di Ancelotti e i triangoli negli spazi di mezzo

Il concetto di Half-Spaces

Oggi pensavamo ad una seduta d’allenamento più lenta, del resto alle 17 c’è la prima amichevole col Gozzano, potevamo aspettarci un lavoro più blando. Invece il Napoli non si è fermato. Anzi, ha lavorato su un concetto importante, significativo nel calcio moderno: l’occupazione dei mezzi spazi, solitamente definiti con il termine inglese Half-Spaces.

Per capire di cosa parliamo, vi rimandiamo a un nostro pezzo di qualche tempo fa, di cui vi alleghiamo una piccola parte:

Il temine half-space traduce il tedesco halbraum, parola utilizzata dalla Federcalcio tedesca per indicare quel particolare settore di campo che si trova a metà strada fra il centro e l’esterno. In pratica, mentre tradizionalmente si divide il campo in zona esterna sinistra, zona centrale e zona esterna destra, in Germania si preferisce dividere il terreno di gioco in cinque parti anziché tre, aggiungendo appunto due spazi intermedi (o mezzispazi).

Muovere la palla da un half-space all’altro significa quindi non soltanto muovere la palla da una zona pericolosa ad un’altra sul lato debole ma anche costringere la difesa a cercare uno scivolamento laterale (ergo un aggiustamento) più lungo rispetto, ad esempio, a quello che può accadere spostando la palla dal centro al mezzospazio o dall’half-space all’esterno con la conseguenza di poter manipolare meglio il sistema difensivo avversario. Tutto questo senza muovere la palla esternamente. Cioè in una zona dove solitamente scatta il pressing avversario aiutato dalla linea laterale (che funge da difensore aggiunto).

L’eredità di Sarri

Ovviamente non si tratta di una chiave tattica nuova. Anzi, il Napoli di Sarri era una squadra pensata e costruita per sfruttare il gioco negli spazi di mezzo, soprattutto sulla catena sinistra con Insigne. Il suo movimento ad aprire la fascia per la sovrapposizione di Ghoulam e Mario Rui, e per giocare da regista offensivo in posizione semi-laterale, era un riferimento fisso per il sistema di gioco.

Ebbene, oggi abbiamo visto il Napoli di Ancelotti lavorare su questo punto, su questa parte dell’eredità lasciata dalla gestione precedente. Un esercizio dedicato, difesa contro attacco, i quattro della terza linea escono palla al piede da situazione di pressing e poi riconsegnano la palla agli “avversari”. Che, a quel punto, avviano la nuova azione passando per gli spazi di mezzo: palla verso il centravanti-perno, tocco sull’esterno offensivo in transito nel proprio Half-Space e servizio di prima sull’interno più vicino. A quel punto la fascia libera viene attaccata dal laterale difensivo prontamente servito sulla corsa. Infine, il cross in area per provare a finalizzare il gioco.

La partitella

Verdi, Insigne e Callejon sono gli esterni d’attacco che ragionano e si muovono all’interno di questa particolare porzione di campo. Ma non solo loro: nella partitella successiva, la prima undici contro undici a tutto campo, abbiamo visto anche le mezzali operare l’attacco del mezzo spazio. Per loro, almeno in teoria, si tratterebbe di una dinamica fissa, del resto quella è la loro zona di competenza.

La novità sta nella posizione variabile rispetto al terzino e all’esterno d’attacco, un meccanismo che l’anno scorso il Napoli sviluppava soprattutto a sinistra, con Insigne-Hamsik-Ghoulam, meno quando l’algerino è rimasto fuori per infortunio. A destra, la dinamica era legata alle interpretazioni estemporanee di Allan più che a un codice predefinito; del resto Callejon è un calciatore con caratteristiche diverse, più specializzato, abituato a chiudere più che a costruire l’azione. La presenza di un calciatore creativo come Verdi e di un interno come Fabian Ruiz può diversificare il gioco sulla destra. Può permettere al Napoli di aprire il campo, anche da quella parte, con maggiore confidenza tecnica.

Rispetto al Napoli di Sarri la differenza sta nella posizione quasi sempre larga dell’esterno difensivo. O meglio: Hysaj e Mario Rui, nella seconda parte dell’ultima stagione, partecipavano al possesso proponendosi sulla linea laterale, il portoghese operava molte sovrapposizioni, ma il suo obiettivo era interagire con Insigne ed Hamsik per la creazione della superiorità posizionale. Per dirla banalmente: il suo movimento in avanti era raramente finalizzato al cross. Ghoulam aveva compiti più offensivi e poteva scambiarsi di posizione con i suoi omologhi sulla sinistra, sfruttando la sua grande qualità composita, fisica e tecnica.

Come gioca Ancelotti

Con Ancelotti, la soluzione sembra essere intermedia: il terzino resta sulla sua fascia di competenza, la attacca in verticale, sale a supporto dell’azione e crea superiorità numerica sfruttando lo spazio lasciato libero dall’esterno d’attacco sceso nei mezzi spazi. Una differenza di contenuto e di forma, in attesa di Ghoulam che non sposta la filosofia di riferimento. Ma, al tempo stesso, offre al Napoli un nuovo modo di attaccare, un arricchimento rispetto al proprio software di base. Ancelotti ci ha avvisato in tempo: «Questa squadra ha grandi conoscenze, non farò alcuna rivoluzione. Però ci sono le mie idee». Ecco, sta andando proprio così.

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