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L’idea Luperto terzino sinistro intriga Ancelotti

«Ha buona gamba» dice di lui l’allenatore che lo ha piazzato sull’esterno per necessità e poi ne ha visto le potenzialità

L’idea Luperto terzino sinistro intriga Ancelotti
Luperto è qui con Inglese

Occasione

L’occasione fa l’uomo ladro. O suggerisce l’esperimento tattico. Chiedere ad Ancelotti Carlo, allenatore del Napoli. L’ex tecnico del Bayern Monaco e del Real Madrid è partito per la preparazione di Dimaro con zero terzini sinistri a disposizione. Cause interne, case esterne, l’infortunio di Faouzi Ghoulam e la partecipazione di Mario Rui al Mondiale in Russia. Poi, in Trentino, l’incontro con Sebastiano Luperto. Leccese, 21 anni, difensore centrale mancino. È stato ed è il terzino sinistro titolare del ritiro di Dimaro 2018.

Luperto è stato acquistato nel 2013 dal Lecce, e da allora è all’interno del Napoli. Ha giocato in Serie A e in Europa League, ha attraversato l’era-Benitez e l’era-Sarri. Negli ultimi due anni, ha giocato a Vercelli e ad Empoli, due stagioni da titolare in Serie B. Trentadue presenze con i piemontesi, ventotto con i toscani, mai sotto i duemila minuti a campionato. È stato sempre impiegato come difensore centrale, si diceva: profilo moderno, buona impostazione col sinistro, senso dell’anticipo più che del contatto fisico. Se il tuo riferimento è Raul Albiol, è quasi ovvio pensare calcio in questi termini, con un approccio tecnico.

Poi, torniamo all’inizio: ecco l’occasione. Costruita dal caso e inseguita da Ancelotti, in questi dodici giorni di ritiro precampionato. Serve un terzino sinistro, in un organico che straripa di centrali (Albiol, Chiriches, Maksimovic, Tonelli, ieri sera è arrivato Koulibaly). Perché non provare Luperto, allora? È andata così, sta andando così. E sta andando piuttosto bene.

Evoluzione

L’idea sembra quella di voler insistere in questa direzione. Luperto come terza alternativa a sinistra, dopo Ghoulam (in via di recupero) e Mario Rui. Secondo il calcio di Ancelotti, il laterale difensivo è puramente laterale, gioca sulla fascia, può essere un calciatore abile nel possesso palla e nell’impostazione, ma deve lavorare soprattutto nella corsia. Specie quando il resto dell’organico ha caratteristiche adatte al gioco corto, più che a quello lanciato in verticale.

Luperto rappresenta un buon compromesso, “ha buona gamba” (così dice di lui Ancelotti) sul lungo e un piede educato su cui è possibile lavorare in chiave cross. Forse gli manca qualcosa nello scatto puro, una prerogativa del terzino secondo Ancelotti, ma nell’ipotesi che si continui a impostare sulla sinistra più che sulla destra, è una caratteristica che ci può stare.

L’esordio con Benitez

L’ultima frase in corsivo non deve sorprendere, l’idea di investire su una risorsa interna come Luperto ci riporta indietro di tre anni e qualche mese. Al giorno dell’esordio in Serie A di Luperto, era Napoli-Milan e sulla panchina azzurra sedeva Rafa Benitez. Erano i giorni in cui si stava consumando l’addio col Napoli, e Il Napolista scrisse: «Invece Luperto significa attenzione al settore giovanile. Luperto significa che davvero mi interessa vedere un business plan. Luperto in campo vuol dire che non ho rinunciato all’idea di costruire. Spalla a spalla. Tutti insieme». Ovviamente scrivevamo come se a parlare fosse il tecnico spagnolo, in prima persona, mentre prendeva appunti sul suo taccuino.

Ecco, ora quel progetto di crescita può concretizzarsi. In un altro modo, con una nuova idea, da verificare sul campo ma potenzialmente stuzzicante. A 22 anni da compiere, con una carriera ancora da costruire, Luperto si sta giocando un’occasione. In molti hanno trovato la propria reale dimensione calcistica cambiando ruolo, sperimentando e sperimentandosi con l’oltre. Qualche nome dal passato recente: Paolo Maldini, Andrea Pirlo, Clarence Seedorf. No, non abbiamo scelto dei nomi a caso. Vero, Carlo?

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