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Il mercato sta costruendo la grande occasione di Amadou Diawara

L’addio di Jorginho, l’arrivo di Fabian Ruiz e la probabile permanenza di Hamsik. Diawara potrebbe rimanere l’unico regista del Napoli di Ancelotti.

Il mercato sta costruendo la grande occasione di Amadou Diawara

Un giocatore da plamsare

Nella guida a Carlo Ancelotti come possibile allenatore del Napoli, prima della sua nomina, Alfonso Fasano ha scritto così di Amadou Diawara:

È un calciatore che ha  doti incredibili ma è ancora tutto da plasmare, sa giocare con naturalezza all’interno di un sistema ma con la stessa spontaneità crea e interpreta situazioni diversificate.

È difficile pensare che Ancelotti arrivi e in un attimo cambiargli possa ruolo e modo di stare in campo. Semplicemente, Amadou è un giocatore ancora multiforme, ancora adattabile, versatile perché potenzialmente in grado di giocare in molti modi. E allora Ancelotti potrebbe razionalizzarlo e responsabilizzarlo, potrebbe individuare e creare il contesto migliore per valorizzare il suo talento.

È una presentazione dei fatti e del calciatore evidentemente di parte, nel senso che si percepisce una predilezione per le caratteristiche e le doti di Diawara. Ma è anche una lettura realistica della situazione che si sta delineando nel centrocampo del Napoli, per gerarchie e caratteristiche del reparto.

La grande occasione

Insomma, il contesto che si sta determinando intorno ad Amadou Diawara è una grandissima occasione per la sua crescita, per la definizione della sua carriera. Pensiamo agli incastri: il titolarissimo nel ruolo di regista è stato ceduto, al suo posto arriverà un calciatore poliedrico ma con fisico e tecnica da mezzala moderna, non da costruttore di gioco arretrato. E poi ci sono le notizie fresche su Hamsik, che lo vorrebbero a Napoli anche per la prossima stagione. Forse, ma questa è solo una suggestione, con l’idea di provare proprio lui in cabina di regia.

A meno di sviluppi inattesi, il Napoli si presenterà con Diawara titolare unico nel ruolo di volante davanti alla difesa. Al massimo, dovesse andar via Hamsik, è possibile pensare a un’integrazione in quello slot, con Badelj o Lobotka, già più vicini a un profilo di regista ma comunque differenti da Diawara per caratteristiche. Quelle caratteristiche che invece si sposano in maniera fedele col calcio di Ancelotti, come scritto nella guida: Diawara crea e interpreta situazioni diversificate, sa giocare sul corto, sul lungo, di puro fisico ma anche con ottima proprietà tecnica. Certo, manca qualcosa dal punto di vista dell’attenzione e della continuità. Ma chi, se non Carlo Ancelotti, è l’uomo giusto per imprimere la necessaria svolta psicologica ad un calciatore con questo tipo di potenzialità?

Una stagione decisiva

Per Diawara, siamo di fronte ad un vero e proprio bivio decisivo. Non fosse altro che per il timing di questa grande occasione. Dopo un impatto importante al primo anno, Amadou è l’elemento che ha sofferto di più l’esasperazione dell’anti-rotazione di Sarri. Questione di forza percepita, di hype non coltivato, di necessità tattica (Jorginho era un calciatore essenziale per il gioco di posizione) ma anche di esasperazione di alcune dinamiche. Ovvero, tutte situazioni che hanno “accompagnato” Sarri all’uscita e hanno fatto propendere verso un allenatore più liquido, meno dogmatico.

Ecco, potrebbe essere arrivato al momento dell’affermazione definitiva, ma anche a quello del grande riscatto personale. Di solito, quando due sensazioni del genere finiscono per coincidere, il risultato è positivo. Certo, tutto va proporzionato all’età del calciatore, ai suoi freschissimi 21 anni, al necessario periodo di incubazione rispetto al nuovo sistema. Però la partenza sembra essere promettente, Diawara come centro del progetto e come protagonista atteso al rilancio – che poi corrisponde all’esplosione. Vediamo se il giovane Amadou sarà in grado di rispettare le attese, di sfruttare al meglio la chance offertagli dal mercato e dal destino.

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