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Posta Napolista / I “difetti” di Ancelotti: pochi scudetti, rimonte subite, calciomercato

La splendida carriera di Ancelotti ha avuto qualche lato oscuro: non è un tecnico da progetto, ha subito ribaltoni clamorosi e non è un vincitore seriale di campionati.

Posta Napolista / I “difetti” di Ancelotti: pochi scudetti, rimonte subite, calciomercato

Non è un allenatore “da progetto”

Ancelotti è, “sine ullo dubio”, un grandissimo allenatore. Ma attenzione a non esaltarsi troppo, ad andarci piano con le “aspettative”. In Italia non allena dal 2009, e nelle sue tredici stagioni in Serie A (alla guida di squadre attrezzatissime come il Parma di Tanzi, la Juventus e il Milan di Berlusconi) ha vinto il campionato soltanto una volta. Insomma non è un “conquistatore seriale” di scudetti come invece lo è Allegri. E come lo sono stati i vari Conte, Lippi, Capello e, prima ancora, Trapattoni.

Chi pensa che con Ancelotti in panchina il Napoli aumenti di molto le probabilità di vincere il campionato evidentemente non conosce bene la storia (italiana) di Carletto. Inoltre, tranne che nella sua esperienza alla guida del Milan, Ancelotti non ha mai seduto per più di due campionati interi sulla stessa panchina. Due stagioni al Parma; due a Torino con la Juventus (più 14 gare del campionato in cui subentrò in corsa a Lippi); due al Chelsea; una e mezza a Parigi (dove subentrò in corsa con la squadra in testa alla classifica e poi arrivò secondo subendo la rimonta del Montpellier); due al Real Madrid e altrettante al Bayern Monaco (dove è stato esonerato all’inizio del secondo anno!).

Insomma non è un allenatore “da progetto”. E, soprattutto, mal si sposa con il desiderio (tutto partenopeo!) di un tecnico che resti “a vita” a Napoli…

Le rimonte subite (in mezzo alle vittorie)

Ciò detto va ricordato che ha vinto il campionato in tutte le nazioni in cui è stato tranne in Spagna col Real Madrid, dove invece ha vinto la Champions League del 2014. Che, sommata alle altre due vinte in precedenza col Milan, lo rendono uno dei tecnici più vincenti in Europa!

Va altresì ricordato che le sue squadre subiscono spesso clamorose rimonte. Oltre a quella già citata in Francia, ad opera del Montpellier, non possono essere dimenticate quelle ormai “epiche” del 2000 (quando alla guida della Juve perse lo scudetto all’ultima giornata a vantaggio e della Lazio) e del 2005 (quando col Milan in finale di Champions a Istanbul all’intervallo era davanti per 3-0 e poi si fece rimontare – e sconfiggere ai rigori – dal Liverpool di Rafa Benitez).

Il mercato

Infine per quanto riguarda eventuali (e desiderati…) sviluppi sul mercato derivanti dall’arrivo di Ancelotti a Napoli: anche in questo caso sarebbe meglio non caricarsi di eccessive aspettative. In tanti, infatti, paragonano l’avvento di Ancelotti a quello, cinque estati orsono, di Benitez. Rafa portò con se calciatori di caratura internazionale, tuttavia ma non bisogna dimenticare che lo spagnolo, a differenza di Carletto Ancelotti, aveva svolto in precedenza il ruolo di allenatore-manager. Non va dimenticato che il suo procuratore era/è lo stesso di Reina, Albiol, Callejon (e Michu…).

Aspetti, questi, che hanno senz’altro facilitato molte trattative condotte nell’estate 2013. Di sicuro un allenatore come Ancelotti potrebbe favorire la permanenza di gente come Koulibaly, Insigne, degli stessi Callejon e Albiol. Carletto potrebbe scongiurare quella “fuga da Napoli” paventata/minacciata da alcuni estimatori-adulatori di Sarri. Molti dei quali, da novelle cassandre, prospettavano un futuro triste e cupo per il Napoli in caso di divorzio dal tecnico di Figline.

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