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Repubblica (Crosetti): «La Juventus non ruba, è feroce. L’Italia dovrebbe imitarla»

Editoriale di orgoglio sabaudo: “Torino da cent’anni avvita bulloni, attività non molto poetica ma piuttosto redditizia. Mezza Italia la odia, invece dovrebbe imitarla anche nello sporcarsi le mani, nel saper soffrire”

Repubblica (Crosetti): «La Juventus non ruba, è feroce. L’Italia dovrebbe imitarla»

Orgoglio sabaudo

A differenza di Corriere della Sera e Gazzetta, Repubblica sembra quasi non accorgersi di quel che è accaduto sabato sera a San Siro e oggi l’editoriale del lunedì è firmato da Maurizio Crosetti. Un editoriale che potremmo definire di orgoglio sabaudo, ci parrebbe eccessivo scrivere di superiorità genetica ma ci siamo vicini (leggete il finale).

Il Napoli si scansa da sé

Crosetti comincia scrivendo che “alla fine il Napoli si scansa da sé stesso e la Juve si tiene stretta lo scudetto grazie alla Fiorentina e al figlio di un interista. Ci manca solo che il settimo sigillo lo metta il Toro, vincendo domenica al San Paolo. Un destino insieme delirante e logico, perché la Juve è da sempre la più forte anche per come si nutre di antagonismo, per come distilla l’odio e lo trasforma in nettare. Ben più degli arbitri, il segreto della Juve è la Juve con il suo senso estremo di tutto. Quando Dybala batte la Lazio laggiù in fondo alla strada, quel gol lo segna al Napoli. Quando Higuain, più in fondo ancora ma sempre nella stessa strada, batte l’Inter, quel gol lo segna al Napoli. Morsi da cobra che hanno paralizzato una creatura lucente ma di più fragile, come quando il serpente azzanna il Piccolo Principe e lo rimanda sul suo pianeta, uccidendolo”.

Allegri non ha tutti i torti

«La Juventus, si dice in piemontese, è una “bestia grama”, una creatura solo in apparenza del Male: è invece una macchina mostruosa che si alimenta di cattiveria non soltanto agonistica, ma che sa rinascere da ogni sua piccola morte apparente. Stava per farlo persino al Bernabeu, contro un avversario molto più forte di lei ma meno “gramo”. La Juve, soprattutto, ha i giocatori: ne ha molti più del Napoli. Per questo non ha tutti i torti Allegri quando canzona i sacerdoti dello schema: il calcio è soprattutto dei calciatori, il resto è fumo negli occhi.

Torino avvita bulloni

Così il Napoli si ferma a un passo dal sogno, come quasi sempre a questo mondo: altrimenti non sarebbero sogni ma realtà. Ovvero il territorio dove governa l’antipatica, formidabile, insopportabile, orgogliosa razza padrona di Torino, quella che da cent’anni avvita bulloni, attività non molto poetica ma piuttosto redditizia. Mezza Italia la odia, invece dovrebbe imitarla anche nello sporcarsi le mani, nel saper soffrire. Non è rubare, è ferocia. È una vocazione.

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