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Il Napoli essenziale non spreca la chance: batte il Genoa 1-0 e si porta a meno due

Decisivo il gol di Albiol di testa nella ripresa. Il Napoli colpisce due pali, ma sembra un po’ stanco. È il pragmatismo l’arma in più della squadra di Sarri

Il Napoli essenziale non spreca la chance: batte il Genoa 1-0 e si porta a meno due

Vittoria meritata

Il Napoli fa la Juventus. Vince con un gol di scarto, su azione di calcio d’angolo, porta a casa la partita in una giornata certamente non di grande vena. E, soprattutto, capitalizza il pareggio dei bianconeri contro la Spal. Il Napoli si porta a meno due in classifica a nove giornate dalla fine. Momento decisivo il minuto 73: calcio d’angolo di Callejon, Albiol salta più in alto di tutti e batte Perin. Stavolta, a differenza di due anni fa, il Napoli ha sfruttato la chance dopo il mezzo passo falso della Juventus. Due anni fa, invece, dopo il pari bianconero a Bologna, la squadra di Sarri pareggiò in casa con il Milan. È da questi particolari che si giudicala crescita di una squadra che sa vincere anche quando non gioca come sa. Non a  caso, quello di stasera è la sesta vittoria per 1-0 in campionato.

Vittoria comunque meritata, perché il Napoli le sue occasioni le ha avute. Ha colpito due pali, uno per tempo con Insigne di testa e Mertens che di destro ha colpito il legno interno. Nel primo tempo, ha messo sia Mertens sia Allan praticamente da soli davanti alla porta e in entrambe le occasioni ha fallito. Però l’andamento della squadra di Sarri non è stato quasi mai accelerato. Ha giocato una partita giudiziosa, sicuramente non brillante, pensando di poterla sbloccare prima o poi. Come infatti è avvenuto. Ed è andato in vantaggio proprio nel momento in cui Sarri stava facendo entrare Arkadiusz Milik. Il Napoli non riusciva più a liberare l’uomo in velocità e in un paio di occasioni il Genoa di Ballardini era arrivato pericolosamente davanti a Reina.

Poi il gol che ha riaperto ufficialmente il campionato. Ancora una volta il Napoli ha vinto una partita con la testa. È una squadra, lo abbiamo scritto mille volte, che ha cambiato pelle. Ha saputo costruire gioco, ha saputo far girare palla – stasera in maniera più lenta – ma oggi anche consapevole che non tutte le partite possono essere accademia. È il vero salto di qualità di questa squadra cui comunque questa sosta farà bene. Ci sono giocatori che hanno bisogno di rifiatare: da Callejon a Jorginho, per fare due nomi. Si è giocato davanti a 30mila spettatori, per un incasso di 534mila euro.

La cronaca

Si comincia con lo striscione della curva B per Sarri: “Siamo tutti Sarri” per le accuse di sessismo dopo la frase rivolta alla giornalista Titti Improta in sala stampa a Milano. E poi col minuto di raccoglimento per commemorare Luigi Necco scomparso in settimana.

Napoli più giudizioso che precipitoso. Non entra in campo con l’idea di spaccare il mondo, ma non per questo alla fine del primo tempo risulta meno pericoloso. Dosa le energie, al punto da dare l’impressione – verso la mezz’ora – di essere in riserva dal punto di vista fisica. Ma è una sensazione ingannevole, come dimostra il finale di tempo. E al termine dei primi 45 minuti si contano quattro nitide occasioni da gol per il Napoli, compreso un palo colpito da Insigne di testa su calcio d’angolo. Reina, invece, non compie nemmeno una parata. Spolli sfiora il gol su corner, ma c’era un fallo in attacco.

Ballardini gioca con un 3-5-2 decisamente difensivo. Si vede che ha allenato bene la squadra a chiudere gli spazi e a incrociare sui triangoli azzurri in fase d’attacco. A centrocampo, fronteggia Jorginho con Bertolacci e si affida a due discreti corridori: Lazovic e Hiljemark che nella fase iniziale è ovunque. Pochi, invece, i palloni per Pandev e Galabinov.

Il Napoli – che gioca la formazione tipo – deve anche rinunciare ad Hamsik uscito al 20esimo per un infortunio. Al suo posto Zielinski.

Non è un assedio

È il Genoa a mettere paura in fase di avvio, all’11esimo ha un’occasionissima con Lazovic che sulla destra si beve Koulibaly, entra in area e poi per nostra fortuna preferisce tirare in porta e la mette fuori. Poi, in pratica, è solo Napoli. Sui piedi di Mertens la prima grande occasione. Il solito ampio triangolo del Napoli che mette un uomo davanti alla porta. Dries è leggermente spostato a sinistra, potrebbe tirare oppure passare a Callejon che è solo soletto in area: ne esce un ibrido che va a morire sul fondo. La catena di destra è praticamente inoperosa. Il gioco si svolge quasi tutto a sinistra o per vie centrali, Mario Rui sembra tra i più freschi.

Non è un assedio, come detto. Anzi. Ci sono ampie pause. Anche se il Genoa non supera più la metà campo. Il Napoli chiude con due clamorose occasioni. Una sui piedi di Allan che al 40esimo sbaglia un rigore in movimento: calcia incredibilmente alto. E poi con il palo di Insigne su colpo di testa alla Roberto Mancini.

Secondo tempo

Il Napoli sembra cominciare con un altro passo, anche se a mettere paura è Lazovic sulla destra al primo minuto. Al 51esimo c’è il palo di Dries. Ma sono soprattutto occasioni per il Genoa in contropiede. Per nostra fortuna, una volta Pandev cicca di sinistro in area e un’altra Taarabt – subentrato a Lazovic – calcia debolmente. Forse Ballardini pensa addirittura alla grande chance. Ma non ha fatto i conti con Albiol e con il pragmatismo del Napoli. Nel finale, con l’ingresso di Milik, occasione per il raddoppio da parte di Insigne.

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