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Liam Rosenior: «Perché i giovani calciatori inglesi non si trasferiscono all’estero?»

Il difensore del Brighton scrive sul Guardian: «Ho apprezzato la scelta di Lookman, appena passato al RB Lipsia dall’Everton. Ha scelto di abbandonare la comfort zone dei calciatori inglesi».

Liam Rosenior: «Perché i giovani calciatori inglesi non si trasferiscono all’estero?»

L’articolo sul Guardian

Qualche tempo fa, abbiamo già riportato un pezzo di Liam Rosenior, calciatore del Brighton con una rubrica sul Guardian. Allora si parlava di De Rossi, oggi il 33enne difensore del Brighton prova a forzare uno dei portoni più solidi nella storia del calcio britannico: la riluttanza dei calciatori a un’esperienza all’estero. Il pretesto narrativo utilizzato da Rosenior è Ademola Lookman, esterno ventenne dell’Everton passato in prestito al RB Lipsia, la squadra che affronterà il Napoli nei sedicesimi di Europa League. Lookman non potrà sfidare il Napoli (ha già giocato in Europa League con l’Everton), ma ovviamente il punto è la sua scelta controcorrente di unirsi in prestito a un club estero, piuttosto che tentare l’esperienza in una squadra di Championship.

Il riferimento culturale cui noi tifosi del Napoli possiamo fare riferimento è Nathaniel Chalobah. Non a caso, primo e unico calciatore inglese dell’era moderna a vestire la maglia azzurra. Chalobah, due stagioni fa, prese una decisione particolare scegliendo Napoli. Basti pensare che, in questo momento, c’è un solo calciatore britannico in Serie A (Aarons, al Verona in prestito dal Newcastle); in Liga, c’è solo il gallese Bale; in Bundesliga i tre inglesi Lookman, Sancho (Borussia Dortmund) e Oxford (Gladbach). Poca roba, ma è una questione storica e culturale.

E poi c’è Eric Dier, da anni allo Sporting Lisbona. Rosenior ne scrive usando termini entusiastici: «Solo lui, nei papabili per la nazionale di Southgate ai prossimi Mondiali, ha avuto un’esperienza reale all’estero. Ha imparato ad essere calciatore in un ambiente diverso. È un giocatore con un’intelligenza tattica sviluppata. È uno dei pochi in grado di rivestire due ruoli complessi come il mediano di rottura e il difensore centrale».

Adattamento

Ecco, Rosenior parte da un concetto semplicissimo: «Se la Premier è il miglior campionato del mondo e tutti i più grandi campioni devono adattarsi ai suoi ritmi, al calcio che si pratica qui da noi, tra l’altro con la condizione complessa di una nuova lingua e una nuova cultura da metabolizzare, perché anche i calciatori inglesi non provano a fare lo stesso? Abbandonare la zona di comfort permetterebbe ai calciatori della nostra nazionale di poter contare su uomini più preparati a situazioni differenti. Fuori e dentro il campo da gioco».

Ne fa anche una questione personale: «Da oltre un decennio sono un calciatore professionista, ho giocato solo in Inghilterra. E, mio malgrado, non riesco davvero a ricordare un momento della mia vita in cui mi sentissi a disagio o non avessi familiarità con il mio ambiente. Con l’età e il senno di poi, uno dei più grandi rimpianti della mia carriera è quello di non aver arricchito me stesso con un’esperienza in un contesto diverso. Per questo applaudo la scelta di Lookman, che dovrebbe essere un esempio per tutti i suoi giovani colleghi. Trovare il coraggio per abbandonare la propria comfort zone potrebbe essere utilissimo per loro, ed anche per tutto il movimento inglese».

 

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