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Repubblica e La Stampa sul gol di Hamsik: «Perfetto, come la playstation e l’Olanda 74»

Due quotidiani diversi celebrano la rete da undici calciatori e 38 tocchi del pallone: «Inevitabile il confronto con la rete dell’Arancia Meccanica nella finale del Mondiale».

Repubblica e La Stampa sul gol di Hamsik: «Perfetto, come la playstation e l’Olanda 74»

Undici calciatori

Ne abbiamo scritto anche noi, definendolo “Il manifesto del calcio di Sarri”. Non potevamo bucare la cosa, abbiamo voluto e dovuto raccontare gli undici calciatori coinvolti nell’azione del gol di Hamsik. Non abbiamo fatto paragoni, però. Ci hanno pensato Repubblica La Stampa, con due articoli ampi e di impatto, con un elogio sperticato (e francamente) meritato alla squadra del Napoli, al suo gioco.

Iniziamo dal quotidiano romano. Che scomoda i miti del calcio totale: «Prima della micidiale stoccata del capitano c’erano stati infatti 19 passaggi e 38 tocchi complessivi in meno di un minuto.  È ritornata in mente la giocata con cui la grande Olanda del 1974 si fece beffe della Germania, al fischio d’inizio della finale dei Mondiali. Palla al centro; 42 tocchi di fila degli oranje e nessuno da parte dei tedeschi. Che subirono il torello dei rivali fino al fallo da rigore su Cruijff».

Immagine tratta da Repubblica

Sulla Stampa, Gigi Garanzini richiama l’Arancia Meccanica, ma anche il Barcellona di Guardiola e la suggestione della Playstation. Leggiamo qualche passaggio: «Meglio di un videogames, sì, ma in questo caso si scatenano gli statistici. Che hanno pescato un Barcellona-Saragozza del 2012 in cui il Barça di Guardiola andò in porta dopo addirittura 30 passaggi, l’ultimo di Messi per Pedro. Ma senza che all’azione avessero partecipato tutti e undici. La memoria invece, la memoria lunga di chi, volente o nolente, si può permettere ricordi lontani, è corsa a Monaco di Baviera, alla finale mondiale del 1974 tra Germania Ovest e Olanda». Un richiamo quasi inevitabile.

Dopo, però, trova spazio anche il discorso sulla vittoria. Ci sta, a questo punto, anche se magari Sarri e i suoi discepoli più radicali non sono proprio d’accordo: «Quell’Olanda fece epoca. E come lo stesso Sarri ha già osservato, e sottolineato, è rimasta nell’immaginario collettivo ben più della Germania che vinse. Ma non vinse. Lo stesso rischio che sta correndo il Napoli con la Juventus, e di cui è perfettamente consapevole. Perché se il Napoli arieggia quella magnifica Olanda, pur senza un fuoriclasse assoluto come Cruijff, la Juventus ricorda da vicino quella implacabile Germania. Per concretezza, pragmatismo, abitudine a vincere. E per la presenza di una serie di campioni che non saranno Beckenbauer, Müller, Overath, Breitner, ma sono comunque giocatori che il colpo vincente l’hanno sempre in canna. Il Napoli sta provando e sino a qui riuscendo a riscrivere la storia. Ha trovato il modo di coniugare una inedita solidità (15 soli gol incassati esattamente come la super difesa bianconera) con la freschezza di una manovra che un po’ ti stordisce e un po’ ti prende alla gola».

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