Il Milan cercherà un rifinanziamento che incida solo sulle casse del club, in modo da proseguire con la stessa proprietà. Elliott aspetta fiduciosa, ma a breve sono previsti i controlli di Figc e Uefa.
L’articolo della Gazzetta
Ieri abbiamo scritto delle (nuove, ennesime) perplessità sul conto di Li Yonghong, proprietario del Milan. È toccato al Corriere della Sera, con l’inchiesta di Milena Gabanelli, scoperchiare un nuovo caso economico-finanziario. In pratica, il successore di Berlusconi alla guida del club rossonero è stato dichiarato insolvente nel suo paese d’origine. Quindi, parte del suo patrimonio è stata messa all’asta.
La Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina chiarisce la situazione del club rossonero in merito a questa nuova vicenda. Ricordiamo che, per effetto del closing siglato nella scorsa primavera, il Milan deve versare una cifra vicina ai 300 milioni al fondo speculativo Elliott. La rosea parte proprio da qui: «Per la parte bassa del finanziamento, relativa al Milan, non ci sono problemi visti i flussi di cassa dei diritti tv e delle sponsorizzazioni. I problemi c’erano e sono ancor più pressanti sulla parte alta, cioè i 180 milioni prestati da Elliott alla Rossoneri Lux, la scatola attraverso cui Li controlla il club».
In pratica, le insolvenze rintracciate dal tribunale cinese «rischiano di scoraggiare potenziali finanziatori. Ragion per cui gli amministratori rossoneri starebbero studiando un rifinanziamento da 300 milioni, tutto a carico del Milan. E starebbero cercando un socio di minoranza in grado di assicurare quei 70-80 milioni necessari per arrivare alla quadra e rimborsare tutto il prestito di Elliott, anche la quota di Li».
Il futuro
Una situazione grottesca. Il Milan, leggiamo ancora, «proverà in tutti i modi a mantenere in piedi l’attuale struttura con Li Yonghong al vertice. Elliott guarda e aspetta. Male che vada prenderà possesso della squadra per rivenderla e farci una bella plusvalenza».
Il problema, più che il futuro proprietario, riguarda il futuro sportivo. Per un motivo molto semplice: nella situazione attuale, diventa difficile presentare le giuste garanzie a chi verifica le credenziali dei club per accedere a certe competizioni. Quindi, la Figc (e la Covisoc) per la Serie A e l’Uefa per le competizioni europee. C’è in ballo il settlement agreement con la confederazione internazionale, ma la Gazzetta spiega che ci sono le scadenze dei controlli nazionali: «La Covisoc verificherà a breve le possibilità di iscrizione al prossimo campionato. Si tratta di controlli più stringenti che in passato. L’indice di liquidità della Figc (rapporto tra debiti e crediti a breve) è un Everest per molti club, compreso il Milan: se si sfora deve essere l’azionista a intervenire col capitale. I controlli federali riguarderanno il periodo intermedio 1 luglio-31 marzo, con bilancio da certificare. Con questi numeri non si scherza».