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Come gioca (e com’è diventata) la Spal di Semplici: il 3-5-2 per costruire gioco

Appunti tattici sulla Spal di Leonardo Semplici: l’idealismo iniziale è stato un po’ annacquato, ma la squadra di Ferrara prova sempre a praticare un calcio proattivo, a giocare il pallone partendo dal basso.

Come gioca (e com’è diventata) la Spal di Semplici: il 3-5-2 per costruire gioco

Moduli e principi

Qualche tempo fa, abbiamo pubblicato un pezzo in cui si faceva una differenziazione tra i concetti di sistema o modulo di gioco e i principi di gioco. Ecco, la Spal è un caso da studiare: il calcio di Semplici, come visto anche durante il match di andata, si poggia sul modulo 3-5-2 ma ha caratteristiche tutt’altro che difensive, o speculative.

L’idea fondamentale del tecnico della Spal è quella di costruire l’azione dal basso, sempre, in maniera continua e continuativa, ripetuta. I tre centrali difensivi servono proprio per (provare a fare) questo tipo di lavoro. Sotto, c’è il frame iniziale dell’azione che, nella partita di settembre a Ferrara, portò al gol del vantaggio di Schiattarella.

Dopo pochi secondi, pallone giocato sulla sinistra, poi alle spalle della linea difensiva. E successivo rimorchio vincente di Schiattarella.

Rispetto ad allora, la Spal è cambiata. Diciamo che, dal punto di vista concettuale, il suo calcio è stato un po’ diluito dalla e nella necessità del risultato. I dati di inizio stagione erano diversi rispetto all’attuale 15esimo posto per possesso palla medio. È sbagliato, perché esagerato, pensare che sia tutto diverso. La Spal tiene alta la qualità dei propri appoggi (11esima in classifica per accuratezza dei passaggi, 81%), tende sempre a costruire il gioco dal basso, anche i nuovi arrivi a gennaio hanno un profilo che guarda alla qualità, più che alla quantità.

Il primo nome è quello di Jasmin Kurtic, che Semplici sta utilizzando come mezzala oppure come seconda punta accanto ad Antenucci. Poi sono arrivati Tiago Cionek e Mattiello, diventati titolari nel ruolo di difensore centrale (il primo) ed esterno a tutta fascia (il secondo). Si tratta di calciatori con un buon piede, adatti ad un gioco di possesso. Quello che continua a chiedere e a predicare Semplici, confermato dalla società nonostante un periodo molto negativo (una sola vittoria nelle ultime 13 partite, quattro sconfitte nelle ultime sei). Come detto prima, però, l’idealismo dell’allenatore spallino si è un po’ ridimensionato. Inevitabile, quando la tua squadra viaggia al di sotto della linea di galleggiamento.

Difficoltà

Attraverso l’organizzazione, Semplici ha provato e sta provando a colmare un gap di qualità percettibile rispetto agli standard della Serie A. Finora gli esiti non sono stati davvero soddisfacenti, anche a causa di una fragilità difensiva pienamente verificata nelle statistiche. La Spal è al diciottesimo posto in Serie A per numero di conclusioni concesse agli avversari (circa 16 a partita), solo Chievo e Verona hanno fatto peggio dei ferraresi. 

Lo sviluppo del gioco offensivo, che finora non è riuscito a trovare i necessari appunti degli attaccanti più riconoscibili (6 gol per Antenucci, 5 per Paloschi, 3 per Floccari e appena 1 per Borriello), non va di pari passo con la buona qualità della manovra iniziale: solo 10 conclusioni a partita, di cui 3 da fuori area. Non a caso, il Napoli in scena a Ferrara a settembre scorso subì entrambe le reti del match con conclusioni oltre i sedici metri.

Calciatori

Oltre gli arrivi di gennaio e il simbolo Antenucci (6 gol e 6 assist, il migliore per rendimento dell’intera rosa di Semplici), va segnalata la stagione di due giocatori che stanno riuscendo ad emergere rispetto agli standard dei biancoazzurri.

Uno è l’esterno Lazzari, uomo di fascia in grado di risalire l’intera piramide calcistica nazionale insieme alla Spal e di affermarsi anche tra i grandi; l’altro è Alberto Grassi, titolare praticamente inamovibile nel centrocampo di Semplici. Grassi è ancora di proprietà del Napoli, dopo un inizio complicato per un problema muscolare ha saputo impadronirsi del ruolo di mezzala accanto al regista Viviani. E ha offerto buone garanzie tattiche e di interpretazione al tecnico Semplici.

La partita

Domani sarà un match impegnativo, soprattutto dal punto di vista mentale. Il Napoli dovrà cercare di esprimersi al massimo, in quanto a intensità e precisione nel possesso palla. L’errore potenzialmente più grave della squadra di Sarri sarebbe concedere alla Spal la gestione del pallone, quindi dei ritmi e della fase di manovra che i calciatori di Semplici preferiscono. L’idea di aprire gli spazi e trovare gli uomini tra le linee, come nel caso del gol di Schiattarella, deve essere assolutamente scongiurata. Anche perché, per costituzione genetica, il Napoli soffre proprio questo tipo di situazioni.

Come evitare scompensi? Prendendo in mano le redini della partita, dominando il gioco, muovendo il pallone e di conseguenza i difensori avversari. Insomma, per dirla utilizzando una frase fatta: il Napoli deve fare il Napoli. Deve far valere la qualità del proprio gioco proattivo sul gioco proattivo della Spal. Deve affermare i propri principi di gioco su quelli dell’avversario. Quindi, serviranno concentrazione e pazienza, la giusta risposta mentale e tecnica dopo la serata horror con il Lipsia.

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