ilNapolista

Allan è il totem insostituibile, è il segreto della compattezza del Napoli

Ode al centrocampista brasiliano, uomo d’equilibrio della fabbrica di calcio targata Maurizio Sarri. La sua crescita assoluta coincide con quella del Napoli.

Allan è il totem insostituibile, è il segreto della compattezza del Napoli
Allan (Carlo Hermann)

Il Carnevale di Rio sul carro che parte campo-campo e sfila raggiante tra l’erba, il sudore e le gambe degli avversari. Allan Marques Loureiro, il punto di ritrovo del pallone con la fatica e la lotta. Lui non è un centrocampista, è il cinese che ti vende tutto, e ti ritorna utile a qualsiasi ora, è una pillola di cortisone salva-vita in pieno shock anafilattico. Allan sta al Napoli con la precisione con cui il cartello “Rallentamenti fino al Corso Malta” sta ogni mattina sulla tangenziale.

Classe 1991, chicco di caffè e cazzimma, prima di vestire la maglia azzurra in Serie A non aveva mai segnato. Si è sbloccato ai piedi del Vesuvio, entrando di diritto nella triade in mediana, il leader poco silenzioso che è mancato negli anni e che a Bergamo ha affrontato da solo la curva bergamasca difendendo città e Koulibaly.

Il custode della compattezza

Allan, di questi tempi, è il vero insostituibile dall’undici di Sarri. Non ha omologo in panchina e non c’è gol, negli ultimi tempi, che non parta dai suoi interventi. Possiede un’intelligenza agonistica che gli permette di uccellare gli avversari con il pensiero, la caparbietà di un venditore di rose fuori gli chalet sul lungomare, la schiettezza dell’amico che ti dice senza mezzi termini che quella donna non è per te.

Insomma, in questo viaggio al cardiopalma, direzione maggio in paradiso, il brasiliano è il custode del segreto della compattezza finalmente acquisita, della formazione partenopea. Allan lo trovi sempre, interdisce, ringhia, fa respirare i compagni, e parte in improbabili quanto efficaci serpentine tutta gioia e talento. È un piccolo Pan di Zucchero portatile in una palla di vetro, che se la capovolgi lascia cadere la neve, e allora si ghiaccia ogni tentativo degli avversari di superarlo.

La crescita di Allan è la crescita del Napoli

Meriterebbe il mondiale, perlomeno una chance di convocazione, ma sicuramente ha segnato il suo nome nella casella simpatia dei tifosi. Non a caso la sua crescita è coincisa con un maggiore equilibrio del Napoli in fase difensiva, e con la crescita globale della squadra. Dante Panzeri identificava in tre le caratteristiche che un calciatore dovrebbe sempre avere e vale a dire: “Il ghiaccio nella mente, il calore nel petto, e i piedi tiepidi”. Il piccolo totem azzurro sembra incarnarle totalmente, avvolgendo spesso le partite attorno al suo calore che infiamma l’orgoglio dei compagni, nei momenti in cui la stanchezza bussa prepotente.

Allan Marques Lourerio ha il posto fisso nella fabbrica sarriana, alla catena di montaggio che rilega la tecnica con l’agonismo, il bullismo con la dolcezza, la saggezza con l’ignoranza, la felicità delle stelle filanti che esplodono dal carro che sovrasta chiunque si mette dinnanzi al suo percorso. Il Napoli senza Allan non può stare, almeno per ora è le certezza e la rivelazione più evidente del campionato partenopeo. Dio salvi e preservi i polmoni del cinque azzurro. Quello che in mezzo ha il compito di portare allegramente la croce del gregario, con le ali ai piedi.

ilnapolista © riproduzione riservata