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Zielinski al posto di Insigne è stato un esperimento riuscito

Come ha giustamente ricordato Sarri, Piotr ha segnato quattro gol in quattro partite e mezza

Zielinski al posto di Insigne è stato un esperimento riuscito

Adattamento riuscito

Nel postpartita di Torino-Napoli, Maurizio Sarri ha snocciolato un numero passato inosservato ai più, e invece essenziale nella narrazione recente del Napoli. Parla di Piotr Zielinski: «Ha segnato quattro gol in quattro partite e mezza giocando in una posizione che non gli appartiene». La cosa strana, bella al tempo stesso, è che questo è vero, ed importante, anche se magari non ce lo ricordiamo. Anche se proprio non ce ne siamo accorti. Un gol è stato anche decisivo ai fini del risultato, il primo contro il Milan nel giorno dell’esordio (da subentrante) come vice-Insigne. Poi la rete di Rotterdam, inutile ai fini del risultati; quella contro lo Shakhtar e quella di oggi al Toro. Totale, quattro in quattro partite (nemmeno intere). Ha giocato fino alla fine con la Fiorentina, ed è stato l’uomo più pericoloso degli azzurri.

Insomma, dati alla mano si può parlare di adattamento riuscito. Di esperimento soddisfacente. Zielinski ha risposto alla chiamata emergenziale di Sarri con un rendimento forse non appariscente, ma con numeri grezzi davvero eccezionali. Anche perché, se ci pensi, col Napoli “spostato a destra” la richiesta tattica al polacco è diversa rispetto a quella di Insigne. L’ex jolly offensivo (a questo punto la dicitura “mezzala” o “trequartista” diventa riduttiva, quantomeno incompleta) dell’Empoli rappresenta una riproduzione in scala di Callejon, con caratteristiche diverse e allora con movimenti differenti. Ma il concetto di base resta lo stesso, ed è legato al gioco posizionale: manovra che viene creata da una parte per “richiamare” gli avversari alla pressione, apertura dello spazio dall’altra. E Zielinski che fa gol, come oggi contro il Torino. Anche se in casa dei granata si è trattato di un’azione veloce, verticale, che nasce dalle difficoltà di lettura della linea a quattro di Mihajlovic.

Col rientro di Insigne

Insigne è rientrato, e fatalmente (inevitabilmente, verrebbe da dire) la squadra ha ricominciato a macinare gioco dal suo lato. Doveva succedere, sta ricominciando a succedere. A questo punto, però, Sarri ha trovato quello che forse cercava. Quello che in tanti gli chiedevano e su cui stava già lavorando: un’alternativa. Senza cambiare modulo che tanto non ce n’è bisogno (perché, ricordiamolo, anzi lo scriviamo in maiuscoletto e sottolineato: IL MODULO È UN NUMERO DI RIFERIMENTO, CONTANO I PRINCIPI DI GIOCO), il Napoli può modificare il suo modo di attaccare. Zielinski rappresenta, ha dimostrato di poter rappresentare, un terminale più elementare rispetto a Insigne. Ma legge in maniera intelligente lo spazio, tira bene verso la porta (anche se poco: 5 conclusioni tentate in 4 partite), con una precisione del 53%, ed è diligente nella fase difensiva. Sotto, la sua heatmap riferita a Torino-Napoli. I suoi rientri a copertura di Mario Rui non sono stati un episodio. Questo vuol dire che Piotr è pienamente calato nel sistema, anche giocando in un ruolo inusuale.

Insomma, per le prossime partite il Napoli ha a disposizione un’arma in più. Senza modificare la propria filosofia, senza fare stravolgimenti importanti, Zielinski incarna una nuova variante. Anzi, più che altro la influenza, la alimenta: costruzione del gioco a destra, possibile finalizzazione a sinistra. Aumento dell’imprevedibilità, probabilmente proprio quello che serviva a Sarri. Come Mertens centravanti, anche stavolta la possibile grande novità nasce da un infortunio. E Insigne, a questo punto, trova un possibile alter ego per quelle partite in cui è proprio meglio che riposi. È successo, potrebbe succedere di nuovo. Il Napoli sarà pronto, e insieme a Zielinski avrà già scontato il periodo di adattamento al nuovo gioco. Necessità che diventa virtù, per dirla con una frase fatta che ci sta proprio bene.

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