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Tempi e situazioni del caso-Donnarumma: la violenza morale e la clausola non depositata

La Gazzetta ripercorre le tappe della querelle triangolare tra il Milan, il calciatore e il suo entourage. Le insofferenze si trascinano ormai da mesi.

Tempi e situazioni del caso-Donnarumma: la violenza morale e la clausola non depositata

L’articolo della Gazzetta

Una nuova spiegazione per il caso-Donnarumma. Dieci giorni fa è scoppiato di nuovo il caos intorno al rinnovo del portiere del Milan: i racconti sulla violenza psicologica, il tentativo di Raiola di invalidare la firma del suo assistito, le risposte del club rossonero. Oggi, la Gazzetta dello Sport racconta come stanno le cose. O meglio: una nuova versione, le presunte verità di Donnarumma.

Leggiamo «”Non ho mai detto né scritto di aver subito violenza morale quando ho firmato il contratto”. È lo sfogo di Gigio Donnarumma del 13 dicembre. Un’apparente retromarcia rispetto alla versione che in quei giorni lo aveva esposto alla nuova contestazione della curva. In quei momenti caldi l’ambiente milanista s’era sentito tradito dal diciottenne milionario (6 netti all’anno), disposto a tutto (in apparenza) pur di liberarsi dopo solo pochi mesi. Ora siamo in grado di dimostrare che
il portiere del Milan ha detto la verità con quel post via social. Lui ha firmato il rinnovo con il Milan l’11 luglio scorso, mentre la raccomandata dei suoi legali che lamentava l’atteggiamento «vessatorio del club» risaliva a un mese prima, 14 giugno: quando le polemiche sovrastavano il dialogo con la società per il prolungamento».

L’altro aspetto della vicenda riguarda la richiesta di risoluzione, o comunque di invalidamento. Secondo la rosea risale a settembre, e sarebbe comunque legata al mancato deposito della doppia clausola risolutiva. Valore: 40 milioni senza coppe e 70 con la Champions.

La famiglia Donnarumma

Come si legge sempre sulla Gazzetta, durante le (concitate) fasi del rinnovo, la famiglia Donnarumma «incaricò l’avvocato Vittorio Rigo di contestare al club la responsabilità della situazione di tensione intorno al portiere. In particolare veniva
messa in luce “la condotta vessatoria posta in essere, in maniera ormai sistematica e per quel che appare più grave progressiva”. In chiusura veniva esposta “la prostrazione psicologica di Donnarumma, che non poteva non avere una ricaduta sulla sua salute e personalità morale”. Guarda caso molti di quei concetti vennero esposti in prima persona da Mino Raiola nelle interviste rilasciate a Montecarlo».

Poi dopo tutto si risolse, con l’accordo composito per il rinnovo. L’aumento di ingaggio, l’acquisto del fratello Antonio, la clausola da 40 e/o 70 milioni. Quella, però. «definita sulla parola». E che «non vide la luce in contemporanea con la firma del contratto». Da qui la seconda parte delle insofferenze, con l’avvocato Rigo che intima al Milan di depositare la scrittura privata con la formalizzazione della clausola. Siamo a fine settembre. Poi il bubbone scoppiato qualche giorno fa, con la fuga di notizie e le smentite e le controaccuse. In mezzo, il campo, che non regala certo soddisfazioni. E il nuovo lavoro in team Fassone-Raiola per trovare una soluzione che accontenti tutti.

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