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Inglese rischia di essere un Pavoletti bis. Perché il Napoli non prende Verdi?

Un’analisi preventiva sull’utilità di Verdi, legata all’esperienza del passato (Pavoletti) e alla situazione del presente (Milik) e del probabile futuro (Inglese).

Inglese rischia di essere un Pavoletti bis. Perché il Napoli non prende Verdi?

Arek

Sono i giorni di Arek Milik. Tempi e rumors stanno sollecitando la ricerca delle notizie intorno al recupero del centravanti polacco, che da fonte ufficiale della Ssc Napoli «procede bene». Non è irrealistico pensare che l’ex Ajax possa tornare ad allenarsi col gruppo per il nuovo anno. Non è utopistico pensare che per inizio febbraio possa essere di nuovo a disposizione. Non in forma, ma a disposizione.

Del resto, tutto è calcolato in proporzione allo scorso anno: Milik si infortuna a inizio ottobre ed a metà febbraio entra al Santiago Bernabeu, nel finale del match col Real Madrid. Quest’anno si è fatto male quindici giorni prima. Ergo, dovrebbe poter rientrare quindici giorni prima. La medicina è una scienza esatta, a volte sì e a volte no. Facciamo che questa volta sia sì.

Quindi, se tutto va come raccontato in questi giorni, il Napoli scenderà nell’arena del calciomercato invernale pronto a infilzare la tigre di un Pavoletti-bis. Si chiama Roberto Inglese.

Pavoletti e Inglese

Mertens, giustamente e indubbiamente titolare. Poi Inglese, poi Milik. Insomma, la stessa situazione che l’anno scorso ha messo ai margini Pavoletti. E che avrebbe senso ripetere se, e solo se, non ci fossero le garanzie fisiche sul recupero di Milik. Garanzie che l’anno scorso c’erano, e infatti Pavoletti non giocò quasi mai. Non fu colpa sua, era una questione di contingenze: esplosione di Mertens, Milik rientrante da riaggregare piano piano, del resto l’uomo della Slesia è un patrimonio economico e tecnico per questo Napoli. Nel senso che è stato pagato tanto ed è anche forte, molto forte. Più forte di Pavoletti, e non ce ne voglia l’amico Leonardo.

Più forte di Inglese, e non ce ne voglia il futuro amico Roberto. Dovesse andare davvero tutto così, noi ci siamo chiesti: ha senso prendere Inglese? Anzi, poniamola meglio: se Milik dovesse dare reali garanzie fisiche al termine del suo recupero, al netto di una fatalità che potrebbe colpire anche Sepe o addirittura Giaccherini, ha senso acquistare un terzo attaccante quando il posto da titolare sarà comunque appannaggio di Mertens? Ha senso sovraccaricare il reparto d’attacco con un terzo uomo, da aggiungere nel turn over, nel monte ingaggi e nella lista?

Le bocciature di Sarri

Ecco, secondo noi no. Secondo noi ha più senso intervenire nelle falle che si sono aperte per via delle bocciature di Sarri. Cioè, nel senso: il Napoli ha un organico di 22 calciatori, che ruota in alcuni ruoli (quelli più qualitativi nelle alternative, i vari Zielinski, Diawara, Chiriches) e che non può ruotare in altri slot. Tipo gli esterni offensivi. Insigne e Callejon, e il vuoto dopo di loro.

Qui torniamo alle bocciature di Sarri: Giaccherini non è adatto a questo Napoli, ce ne siamo resi conto. E Ounas è ancora troppo giovane per il nostro allenatore. E allora, piuttosto che un terzo attaccante, perché non acquistare un terzo esterno in grado di poter sostituire subito Insigne e Callejon – magari restituendo Zielinski alla sua zona di campo -?

L’ambidestro

Abbiamo il nome: Simone Verdi. Ambidestro, addirittura utilizzabile anche come attaccante alla Mertens. Ha già condiviso parte della sua esperienza con Sarri, due stagioni a Empoli; compirà 26 anni a luglio, è un calciatore in ascesa che cerca la sua grande occasione. È forte, molto forte, ma difficilmente troverebbe un posto da titolare in un club più forte del Napoli. Insomma, l’occasione perfetta. Per tappare i buchi ed evitare il Pavoletti-bis. Con tutte le polemiche economiche e tecniche e gestionali che ne deriverebbero.

Inoltre, sarebbe anche un investimento per il futuro. Al termine di questa stagione, Mertens e Callejon avranno 31 anni. Sono ancora perfettamente integri, ma il tempo esiste per tutti. Magari non passa, ma intanto esiste. E il Napoli può (deve?) iniziare a pensare anche a quell’universo lontano e parallelo in cui Dries e José sono in un’altra squadra. O magari non giocano più. Verdi è l’investimento giusto: riempie alcuni spazi di oggi, quelli che si sono svuotati, poi lo fa anche con quelli di domani. In più cancella parole già ascoltate e già preimpostate sulla frequenza di Roberto Inglese. Cui noi vogliamo bene, ma che potrebbe non servire al Napoli – stante certe condizioni. Ci siamo già passati.

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