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Hamsik: «Bello essere il bomber di sempre nel Napoli, il titolo di inverno non significa niente»

Marek Hamsik intervistato da Sky Sport: «A Napoli stiamo insieme da tre anni, miglioriamo di giorno in giorno e questo è molto importante».

Hamsik: «Bello essere il bomber di sempre nel Napoli, il titolo di inverno non significa niente»
Hamsik (Photo Ciambelli)

L’intervista a Sky

Marek Hamsik ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport. Ha parlato del record di Maradona, del suo passato, del presente e del futuro al Napoli. «Ho rivisto i cori dopo il gol che mi ha permesso di Maradona – ha spiegato lo slovacco -. È emozionante, a volte in campo non ti godi tutto perché c’è subito la palla al centro, ma rivederlo e sentire il mio nome così è stato bello. Essere il bomber di sempre in questo club è bellissimo, tengo tanto al Napoli e per questo sono ancora più contento».

Sarri, Mertens e la corsa in campionato: «Il mister è un malato di calcio, ci trasmette grande passione per 24 ore. Dries? Ci sono passato anch’io, nelle ultime gare è andato vicinissimo al gol ma ha fornito assist a volontà. Tornerà presto il cannoniere che abbiamo conosciuto. Per quanto riguarda il campionato, non dobbiamo sbagliare partite come quella di Crotone. Attraverso il nostro calcio, abbiamo l’obbligo di portare a casa i tre punti. A Napoli stiamo insieme da tre anni, la squadra è cambiata pochissimo e questo ci fa crescere ogni mese e ci dà consapevolezza che miglioriamo sempre. Ora è il momento di prendere i frutti, speriamo di arrivare fino alla fine».

Hamsik e il titolo di inverno: «Non significa niente, sfortunatamente non siamo in un torneo sudamericano, non ci sono apertura e clausura e quindi non ci daranno la coppa. Nel 2017 abbiamo fatto più punti di tutti, purtroppo ci manca il titolo altrimenti era da 10 in pagella».

Il futuro dopo il ritiro: «Sapete già tutto, dalla vita privata al campo. Diciamo che ci sarà qualche tatuaggio in più. Ogni tanto ci penso a quando finirà, ma ragiono in ogni caso da calciatore. Per un paio di anni vorrei dedicarmi ad altro, viaggiare, non solo per gli stadi, poi dedicarmi anche alla mia scuola calcio».

 

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