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I problemi di Dybala: i nuovi procuratori “familiari” e le copertine patinate

Un pezzo di Repubblica spiega come e dove possono nascere i problemi di Dybala: il nuovo assetto del suo management avrebbe cambiato il suo approccio al gioco.

I problemi di Dybala: i nuovi procuratori “familiari” e le copertine patinate

L’articolo di Repubblica

«La crisi del calciatore più bravo della serie A non è colpa di di vizi e stravizi, non c’entrano le donne o le notti bianche con le quali viene comodo spiegare perché uno passi da un capolavoro a una cilecca. Il problema è che ha smesso di pensare al gioco del calcio». Comincia così il pezzo di Emanuele Gamba su Repubblica. Si parla di Paulo Dybala, calciatore in crisi, appunto. Ma in crisi di identità, più che altro.

Secondo l’articolo, tutto è cominciato «quando Dybala ha scaricato il suo procuratore storico, Triulzi, affidandosi ai fratelli maggiori Gustavo e Mariano, che su Paulo, rimasto orfano di padre a 15 anni, hanno un forte ascendente. Così forte, temono alla Juve, da condizionarlo pesantemente». Il modello è quello della gestione familiare di Neymar. O anche di Higuain, aggiungiamo noi. Come dire: non proprio il massimo.

Vanity Fair

Il secondo riferimento di Repubblica è quello di Vanity Fair. Cosa intende il quotidiano romano: «Sull’ultimo numero della rivista c’è la sua foto in copertina a petto nudo, addominali scolpiti: ecco, mai juventino era finito con i muscoli in vista su carta patinata. Al terzo piano della sede alla Continassa hanno sfogliato il giornale e scosso la testa, preoccupati. Alla Juve vorrebbero che Dybala tornasse a calarsi nella sua realtà, al suo livello, che è alto ma non è quello di Neymar che ha già vinto la Champions e spopola con la nazionale, né di Messi (non se ne parla neanche), mentre Paulo è ancora fermo all’unica notte veramente mondiale della sua carriera (la doppietta al Barcellona ad aprile)
e nell’Argentina è ai margini».

Da qui, secondo Repubblica, discendono anche dei problemi di campo. Problemi di egoismo, di minore disponibilità al gioco di squadra. Che, ovviamente, hanno in qualche modo “stuzzicato” (per non dire stizzito) Allegri, il suo tecnico. Qualcuno auspica il cambio di manager (si parla di Jorge Mendes, padre-padrone di José Mourinho e Cristiano Ronaldo), anche perché l’assalto di Raiola «sarebbe andato a vuoto». Insomma, tutto è ancora in discussione. Anche, se non soprattutto, la maturità di un campione potenzialmente grande ma ancora un po’ inespresso.

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