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Il ritorno di Luigi Sepe, quasi nove anni dopo l’ultima volta

La sua parata su Radovanovic è la proiezione del ruolo del portiere in 90′, sempre in bilico tra la papera clamorosa e la concentrazione necessaria.

Il ritorno di Luigi Sepe, quasi nove anni dopo l’ultima volta
Foto Ssc Napoli

Quasi nove anni fa

Fu l’anno dei cinque portieri. Gigi Sepe, numero uno del Napoli per una partita. Perché Iezzo e NavarroBucci non c’erano, perché proprio Matteo Gianello dovette uscire per infortunio allo stadio Franchi di Firenze. 28 gennaio 2010, e a Torre del Greco sparano i botti per festeggiare l’esordio in Serie A di un diciottenne di belle speranze. Il Napolista non era presente, ma lo sa per fonti certe.

Quella presenza unica fu un caso, finimmo per capirlo subito dopo. Al di là dell’errore sul gol di Montolivo. Due stagioni al Napoli senza giocare e poi l’inizio del giro dei prestiti, prima Pisa e poi Lanciano. Due buone esperienze, la chiamata dell’Empoli, l’idea di tornare a Napoli per giocarsi il posto. Solo che il nuovo Napoli ha appena annunciato Sarri come nuovo allenatore e ha ritrovato Pepe Reina come numero uno. Porta chiusa, anzi chiusissima. E allora Firenze, a fare concorrenza a Tatarusanu. Una concorrenza che in realtà non c’è, perché Sousa vede solo il rumeno e a volte si dimentica di Sepe anche per la Coppa Uefa. Luigi da Torre del Greco ha ormai 25 anni, non le manda a dire e litiga in pubblica piazza con il club. Fuori rosa, stagione persa.

Come a Napoli lo scorso anno, del resto. Gigi resta in organico per via della regolamentazione della lista Figc, è un patrimonio del Napoli in questo senso. Solo che quando Reina deve essere sostituito tocca a Rafael, e allora c’è qualcosa che non va. Per Sepe, ovviamente per il suo (molto loquace) procuratore Giuffredi. Lesa maestà da dodicesimo, se esiste.

Oggi, anzi ieri

Qualcosa è cambiato. Quest’estate, con Sepe titolare contro il Bayern Monaco. E a partire da ieri, quando Reina si è trovato a fare i conti con i suoi cronici problemini fisici. Eccolo, Gigi Sepe. Quasi nove anni dopo, di nuovo tra i pali del Napoli.

La prestazione del Bemtegodi è una perfetta proiezione nella realtà del ruolo del portiere. In bilico, sempre in bilico, tra la bella figura e la papera che uccide una carriera. Un solo tiro del Chievo, quello di Radovanovic, uno che al Napoli ha già fatto male una volta. Una conclusione incredibile, concepita prima della metà campo, su cui Sepe è stato scaltro, sveglio, attento. Ordinaria amministrazione, ma pensare a subire un gol così a quasi nove anni dall’ultima, e unica, presenza con il Napoli.

Per domani, non sappiamo. Nel senso: Reina tornerà ad essere titolare, rappresenta una parte importante del Napoli dal punto di vista tecnico e soprattutto emotivo. Sepe sarà il suo secondo, pronto a intervenire (come ieri, in tutti i sensi) in caso di necessità. Il futuro più ampio è difficile da prevedere. Il rinnovo del portiere spagnolo è un’eventualità complicata da valutare, così come è difficile pensare che il Napoli possa puntare su Sepe come titolare vero. Rulli, Leno, Perin o chi per esso: troppi discorsi se c’è solo una piccola intenzione di affidare a Luigi la maglia numero uno. L’idea di avere un dodicesimo cresciuto nel vivaio è stuzzicante, soprattutto per questioni di lista. E poi lui è affidabile, sembra esserlo, come calciatore e come professionista. Bisognerà cercare di capire quali sono le intenzioni di Sepe. Intanto, bentornato. Era passata una vita, e stavolta non è un modo di dire.

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