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Normalità, sincerità e intelligenza delle parole di Dries Mertens

L’intervista di Dries Mertens rilasciata ieri non fa altro che raccontare una dinamica di mercato nel suo svolgimento più comprensibile.

Normalità, sincerità e intelligenza delle parole di Dries Mertens
Napoli v Manchester City Mertens (Ciambelli)

La dinamica di mercato

Comprendiamo che la retorica del tifo calcistico possa prevedere – anzi preveda e basta – che un calciatore si esprima in termini di fedeltà, attaccamento, radicamento. Ci sono mille declinazioni possibili. Allo stesso modo, però, possiamo – anzi dobbiamo – riconoscere che spesso certe dichiarazioni non sono altro che un momento di fiction. O meglio: sono credibili quando arrivano da un calciatore come Marek Hamsik, ad esempio. Oppure da uno come Chiellini, Buffon, De Rossi, gente che ha dimostrato il proprio amore nei confronti di una squadra. Dries Mertens è a metà di questo guado. Nel senso: ha rinnovato con il Napoli, è alla quinta stagione in azzurro, non è andato via pur avendo avuto l’occasione di sfruttare una stagione fantastica.

Il fatto che però lui dica come stanno le cose non va bene. Cioè la descrizione di una semplice (e pure comprensibilissima) dinamica di mercato agita il tifoso, gli mette paura, non è solo una questione di come viene letta la notizia, ma anche di come viene scritta. Perché se sulla nostra pagina Facebook ci sono molti commenti (di vario tipo: “sono tutti mercenari”, “prepariamoci a salutarlo”, “è colpa della società”), Sportmediaset Gazzetta lanciano già il tormentone di mercato. «Mertens prepara l’addio», secondo la rosea; addirittura sondaggio su Sportmediaset.it, «A quale big europea Mertens servirebbe di più?».

Vivere il mercato

Comprendiamo anche che i giornali abbiano il fine ultimo di farsi leggere, quindi magari di interpretare la notizia nel modo più conveniente in questo senso. Ci sta pure questo, è il gioco delle parti. Però, come dire: qualcuno vorrebbe mettere in dubbio normalità, sincerità e intelligenza delle parole di Dries Mertens? 

Ecco, questo è il punto. Dries Mertens non ha detto nulla di sbagliato, di esagerato, di non vero. Come Dybala pochi giorni fa, e infatti abbiamo scritto questo pezzo “basandoci” anche su questa opinione di Juventibus. Il titolo: “Paulo Dybala e la scoperta dell’acqua calda”.

Ecco, con Mertens è la stessa cosa. Per ogni parte del suo discorso. La clausola di 28 milioni concordata con il Napoli perché magari vengono di nuovo i cinesi e uno ci vuole pensare, a 31 anni, non vuole rimanere legato mani e piedi ad un club per l’ultimo grande contratto possibile di una carriera. Persino le parole sul Barcellona sono condivisibili, umane, calate nella realtà. Ci sarebbero stati i soldi, forse molti di più rispetto a quanto richiesto/ottenuto dal Napoli. Ma anche a parità di condizioni economiche, sarebbe subentrato il fascino di un’avventura accanto a Messi – giusto per dire una cosa abbastanza suggestiva. 

Ecco, il problema vero è che in Italia si vive il mercato con troppa ansia. Si finisce per legare il tutto a una dimensione di fedeltà, attaccamento, radicamento che non esiste più. E che, paradosso, è stata “dimostrata” da Mertens più e più volte. Proprio lui, proprio “Ciro”. Quello che prende il caffè, parla e canta napoletano, si impegna come un ossesso in campo. Tutto bello, tutto giusto, tutto professionale. L’altro lato di questa medaglia è dire ai microfoni parole persino scontate nella loro intelligenza e normalità. Mertens non è una brutta persona, o un calciatore non attaccato al Napoli. È semplicemente un calciatore che ha detto la verità. Evidentemente, non siamo abituati. E non vogliamo abituarci.

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