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Il Milan e la necessità del Voluntary Agreement: domani incontro con l’Uefa

La Gazzetta spiega la situazione del Milan: ottenere il regime di Fair Play FInanziario “assistito” sarebbe fondamentale, ma serve un piano convincente.

Un caso diverso dal Psg

Ieri pomeriggio abbiamo scritto del Paris Saint-Germain, delle strategie del club della capitale francese per accumulare gli 80 milioni di euro necessari a rispettare i parametri Uefa sul Fair Play finanziario. Anche il Milan vive una situazione del genere, solo che c’è una grossa differenza. Lo spiega oggi la Gazzetta, parlando del passaggio da Voluntary al Settlement agreement che la Uefa potrebbe concedere alla nuova proprietà rossonera.

Domani ci sarà l’incontro a Nyon tra la dirigenza rossonera e la commissione fair play. Scrive così, la rosea: «La concessione del “voluntary” non è impossibile, ma rispetto a giugno le proposte rossonere dovranno essere diverse. […] Il Milan deve presentare un nuovo business plan solido e credibile, con garanzie commerciali e finanziarie rigorose».

E che, in qualche modo, vadano oltre le stime «sproporzionate» sui ricavi del mercato cinese. Questa aggiunta è fondamentale per poter pensare di “pareggiare” o comunque sostenere l’intervento aggressivo sul calciomercato estivo (circa 230 i milioni spesi, con un saldo negativo di 180, da far pesare anche su esercizi futuri).

Le possibilità del Milan

Eppure, non tutto sembra perduto. Perché il Milan ha le possibilità per rispondere alle richieste economiche dell’Uefa. Intanto, con la presentazione dei contratti stipulati in Cina e con le conseguenti stime di guadagno. Poi «l’azionista Li Yonghong, fin qui non convincente sull’argomento, dovrà offrire garanzie finanziarie per coprire i costi correnti del club (che viaggia su una perdita di 80 milioni annui): altrimenti il rischio è quello del passaggio al fondo Elliot, evenienza non gradita all’Uefa».

Insomma, il Milan ha bisogno del Voluntary Agreement. E sembra voler far di tutto per ottenerlo. Anche perché l’eventuale concessione comporterebbe una maggiore libertà di spesa, in quanto sarebbe possibile immettere liquidità come avveniva negli anni precedenti l’istituzione del FPF. Inoltre, i conti negativi di quest’anno potrebbero non essere presi in considerazione.

Nel caso di mancata concessione, nuovo esame tra gennaio e febbraio 2018 e possibile accordo con l’Uefa per il Settlement Agreement. Una sorta di «patteggiamento», spiega la Gazzetta. Che però porterebbe a situazioni sgradevoli: limitazioni della rosa, sanzioni economiche e limiti di spesa.

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