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Gargiulo: «Per me, di Capodimonte, l’emozione di comporre un’opera musicale per il Museo»

Il 36enne musicista napoletano chiamato da Bellenger per accompagnare “La parabola dei ciechi” di Pieter Bruegel il Vecchio

Gargiulo: «Per me, di Capodimonte, l’emozione di comporre un’opera musicale per il Museo»
Stefano Gargiulo

I Los Angeles Music Awards

La prima grande soddisfazione Stefano Gargiulo se l’è presa tre anni fa negli Stati Uniti, con il premio al miglior album strumentale ai Los Angeles Music Awards per il disco “Netherworld”. «Alla cerimonia di gala – ricorda – sotto la camicia indossavo la maglia del mio Napoli, la numero 7 del Pocho Lavezzi». L’ultimo successo, invece, l’ha ottenuto praticamente a domicilio. Attivissimo all’estero come autore di colonne sonore per cortometraggi e videogame, Stefano abita poco lontano dalla Reggia di Capodimonte e per i prossimi tre mesi, fino a febbraio, una sua opera sarà protagonista nel Museo, come sottofondo musicale al dipinto “La parabola dei ciechi” di Pieter Bruegel il Vecchio.

Un altro capitolo della favola che sta vivendo questo 36enne musicista napoletano. Il suo cammino è iniziato vent’anni fa. Quasi per gioco. «Quando mi regalarono una chitarra elettrica» racconta. Ha imparato a suonarla da solo, così come gli altri strumenti che ora popolano la sua stanza-studio a casa: tastiere, flauto, basso, violino, synth, mandolino, percussioni. «Ma già da un po’ studio composizione, orchestrazione e armonia con il maestro Keith Goodman – precisa – va bene seguire l’istinto ma se poi non hai le basi, non vai da nessuna parte».  

“La parabola dei ciechi” di Pieter Bruegel il Vecchio (foto Luciano Romano)

 

La proposta di Bellenger

Il “Poema per orchestra” ispirato alla tela di Bruegel il Vecchio in mostra a Capodimonte è un progetto speciale, commissionato a Stefano dal direttore del Museo Sylvain Bellenger per il ciclo “L’opera si racconta”. Bellenger ha contattato Stefano dopo aver ascoltato un suo brano dedicato al Bosco di Capodimonte. Gli ha proposto una sfida: comporre un’opera nuova di zecca legata a una pittura del Museo che facesse da chiave di lettura alla tela.

Stefano ha accettato e ha scelto “La parabola dei ciechi” capolavoro fiammingo di Bruegel. Sfida vinta. Già nel giorno dell’inaugurazione dell’esposizione della tela lunghi applausi e un fiume di autografi ai visitatori. «È stato un momento molto emozionante – racconta – non avrei mai immaginato potesse accadere una cosa del genere. Ho vinto premi a Los Angeles, a Parigi. Ma la soddisfazione di portare un mio lavoro al Museo di Capodimonte, un luogo che sento mio perché sono cresciuto in questo quartiere, ha un sapore diverso. Con la gestione Bellenger è cambiato radicalmente. Il Bosco che prima mi appariva grigio, adesso è verde. E anche il Museo, è finalmente attivo, vivo».   

“Mi sono bendato”

La trasposizione in musica del dipinto di Bruegel è scandita da tre movimenti: «Ho deciso di soffermarmi sui dettagli – spiega – i piedi dei protagonisti, il primo personaggio in caduta e con lo sguardo verso la chiesa. Per trovare l’ispirazione mi sono bendato e ho provato a camminare per la mia stanza. Ho cercato di sentire dentro di me le sensazioni dei personaggi e una volta tolta la benda, le ho trascritte in musica». “Poema per orchestra” farà parte anche del prossimo album di Gargiulo. In cantiere anche un brano dedicato alla Grecia («Sarà in stile “We are the world”, con un gruppo di cantanti» spiega) e le colonne sonore per un cartoon che sarà presentato a Dubai e per il videogame fantasy “No faith”, in uscita a marzo. A giugno, invece, un concerto a Taormina sulle sue composizioni affidato all’Orchestra San Giovanni.

Il Napoli

Del suo Napoli dice: «La squadra gioca benissimo. Da musicista dico che è l’espressione calcistica dell’armonia. Non stravedo per un giocatore in particolare. Rispetto agli anni passati è il collettivo che mi esalta. Se sto pensando a un brano speciale in caso di scudetto? No, no (ride, ndr). Sono troppo scaramantico».

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